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Oggi pare che se non sei capace di promuoverti online ed offline non sei nessuno.
Devi essere capace di promuoverti anche se non vendi niente, almeno far vedere che sei una persona in gamba, esponendoti come se non ci fosse un domani, su qualsiasi piattaforma, anche per evitare il rischio di scomparire schiacciato dall’abominevole quantità di materiale di tutti i public speakers del mondo.
I consigli che puoi aver letto o visto sono del tipo “buttati che più lo fai più diventa facile”….. (che altro non sarebbe che la solita str…. cavolata di uscire dalla zona di comfort).
Si proprio, come se uno ti dicesse “buttati dalla scogliera di 30 metri che più lo fai e più è facile”. Noooooooo…… non c’è possibilità di restare traumatizzati.
Che poi effettivamente è più semplice buttarsi da una scogliera di trenta metri, richiede meno competenze, seppur io parlo da inesperto dei tuffi che ci pensa due volte prima di lanciarsi da un trampolino di un metro, credo che non si possa proprio fare alla cieca.
Cioè, un addestramento sarebbe comunque necessario per tuffarsi.
Del resto, nelle mie vacanze in Puglia, mi è capitato di notare la disinvoltura con cui sia bambini che ragazzi, si tuffavano dalle scogliere o ci correvano sopra come ninja.
Ma loro ci sono nati, è il loro ambiente, anche se questo non significa che tutti i locals siano professionisti del tuffo dalla scogliera. Qualche esperto che li guidi, che insegni, che gli faccia fare esperienza, sicuramente lo avranno in più.
Più insegnanti di camminata sulla scogliera rocciosa di certo di chi vive a Milano o di chi, come me, è nato sul mare dove c’è solo spiaggia e la massima altezza da cui ti puoi tuffare e dal pedalò, oppure dalle spalle dell’amico forzuto di turno.
Che poi un tuffo è un tuffo, finisce lì, non è un tunnel senza fine che mette in ballo la tua identità e reputazione in modo difficilmente reversibile e, senz’altro, non senza un faticoso e straziante lavoro, che potrebbe addirittura portarti ad un punto di non ritorno.
Pensa ad un attore che accettasse una parte che poi finisca per segnare la sua immagine per sempre in modo indelebile, portandosi dietro tutto ciò che comporta nel bene e nel male.
Altro che “supera la paura del giudizio e fottitene”
Ma insomma non credo sia proprio così riduttiva la cosa. Questa faciloneria e ipersemplificazione mi fa imbufalire, altro che Bradipo.
I discorsi motivazionali ricercati da chi crede di aver bisogno di una spintarella a lanciarsi, rischiano di farti fare dei gran passi falsi.
Ma questa spintarella si rivela essere, quando “funziona”, una sorta di dose di incoscienza e non di sano coraggio e consapevolezza delle proprie risorse.
Nessun genitore insegnerebbe a suo figlio come attraversare la strada col rosso e per di più incitandolo a gran voce: “vai buttati ! Più lo fai più diventa facile !! Sconfiggi la paura !!”
Chiaro, qualcuno che è stato iperstressato dall’ansia iperprotettiva del genitore, direbbe che forse sarebbe meglio questo approccio.
Ma scegliere tra due approcci che fanno schifo non è un’opzione.
Un altro approccio piuttosto povero è quello di copiare. Questo conduce nel migliore dei casi all’alienazione da se stessi. Ti assicuro che vivere la vita di un altro non è molto gratificante. Non penso tu debba svalutarti così.
Questo concetto non va confuso con l’attingere a fonti autorevoli di cui si condivide il pensiero, come vedremo anche nei passi che ti descrivo.
Per infondere coraggio, incoraggiare, c’è bisogno di fare chiarezza e illuminare la via e non spingere a buttarsi nel vuoto.
Ecco alcuni spunti che posso guidarti nella via della gestione della tua presenza ed esposizione per promuoversi online ed offline con consapevolezza.
1) NON E’ DETTO CHE SIA NECESSARIO ESPORSI PER PROMUOVERSI ONLINE ED OFFLINE
In certi casi, per promuoversi online ed offline, non serve proprio esporsi in prima persona. Infatti bisogna proprio chiedersi il fine della nostra esposizione.
Le aree da esplorare sono due e chiaramente valutare come si sovrappongono e integrano:
area personale o area professionale.
Con area personale intendo, ad esempio, esporsi per conoscere persone, magari avviare una relazione. Effettivamente “promuoversi” significa sapersi far conoscere in modo da creare una relazione soddisfacente.
In questo caso il termine da utilizzare è seduzione, anche se ad esso spesso è associata esclusivamente la tematica sessuale, dato che include molti più aspetti della comunicazione.
Nell’area professionale per far conoscere i propri prodotti e servizi , se erogati in prima persona, può essere molto utile, se non necessario, mostrarsi pubblicamente.
Vorrei precisare che i motivi per cui una persona non vuole esporsi possono andare oltre la paura di fare una brutta figura, non sentirsi all’altezza, in sintesi vergognarsi, ma altri del tutto leciti come per esempio la riservatezza e la privacy. Non tutti siamo nati per essere showman e va bene così.
Superare l’imbarazzo e la vergogna diventa importante primariamente per sentirti a posto con te stesso come è giusto che sia.
Per vivere bene e per accettarsi ci sta anche riconoscere che non ti interessa proprio diventare un personaggio pubblico e non c’è niente di male ad essere lontani dalla mischia.
Uno scrittore può vivere in modo molto solitario e comunicare con il suo pubblico solo attraverso le sue opere. Non sto sponsorizzando l’evitamento e l’allontanamento dalla vita, ma una scelta di vita consapevole e matura di evitare determinati contesti la trovo molto sana.
Non esiste uno stile di vita adatto a tutti a cui tutti dovrebbero ambire per poter essere felici, ma proprio il contrario.
2) ESISTONO DIVERSI LIVELLI DI ESPOSIZIONE
Una volta che hai individuato la necessità di promuoversi online ed offline, dobbiamo pensare a quale sia il canale a te più congeniale.
Questo significa che se non ti piace farti vedere, puoi utilizzare la scrittura, puoi usare qualcuno che parla al tuo posto (non a caso esistono gli autori e gli interpreti), puoi usare l’audio registrando dei vocali, puoi esporre i tuoi prodotti per parlare al posto tuo.
Pensa a Bansky, un’artista che nessuno ha nemmeno mai visto, giusto per fare un nome. E che nome.
Il contesto in cui più ti trovi a tuo agio per esporti non deve essere per forza pubblico o online, può essere anche più personale e offline.
Ad esempio potresti creare una rete costruendo relazioni uno-ad-uno.
Un altro livello è quello della profondità dei contenuti. Per esporti puoi decidere cosa condividere che abbia senso per te e i tuoi progetti, non significa dover essere per forza un libro aperto a cui tutti hanno diritto ad accedere.
Puoi infine, selezionare dei contenuti con cui ti senti più a tuo agio, appoggiarti a fonti solide e riconosciute, piuttosto che dover per forza passare per il genio che inventa tutto da solo, cosa che non sto escludendo, ma che se ti mette a disagio diventa controproducente.
3) PROMUOVERSI DOVREBBE ESSERE LA PUNTA DELL’ICEBERG CHE EMERGE DA UN PROCESSO SOTTERRANEO
Per promuoversi online ed offline sempre più in profondità, sempre a più livelli, attraverso qualsiasi canale, espandendo la portata del proprio messaggio, è necessario partire dalle fondamenta per poi salire alla costruzione dei piani superiori.
Se stiamo scavando il terreno per poi concimarlo, non possiamo raccogliere i frutti del nostro lavoro prima di procedere con queste operazioni di base. Il rischio è di non raccogliere nulla, di far partire progetti che abortiscono rapidamente o produrre frutti acerbi.
Ci vogliono anni per far maturare un proprio pensiero, per chiarire la nostra personalità e stile, per poter dire qualcosa di valore che rispecchi la tua voce unica.
Bisogna acquisire competenze tecniche specifiche e trasversali.
Senza contare il fatto di sciogliere resistenze, ideologie, credenze disfunzionali e erronee che ti limitano e ti conducono all’auto-sabotaggio.
E questo processo lo si può fare addestrandosi in tutta sicurezza fino ad acquisire la sufficiente competenza e senso di efficacia personale, centratura personale, per poter condividere con gli altri e con il mondo quello che sei e che fai senza sentirti minacciato.
L’esposizione non verrà così vissuta con la caratteristica ansia da performance di dimostrare chi si è come di fronte ad un patibolo, ma una giocosa esperienza piacevole di arricchimento e affinamento, di confronto costruttivo.
Un pò come per Goku affrontare nemici sempre più forti da cui imparare e divertirsi a fare a mazzate dimenticandosi che se non vince il mondo viene distrutto 🙂
4) PRIMA (E SE) ESPORTI, ANDREBBERO ESEGUITI DEI PASSI CHE PRECEDONO L’ESPOSIZIONE
Una volta che hai espresso il desiderio di esporti e non pensi “mi tocca perchè si deve fare”, è importante chiarire come procedere nel tuo processo di apprendimento al fine di promuoversi online e offline senza paura e senza angoscia.
Valutare dove già sei competente e sicuro di te. Quali sono i tuoi punti di blocco, i tuoi ostacoli e come potenziarti per renderti tutto più facile e piacevole in scioltezza.
Prima di arrivare alla punta dell’iceberg che emerge per il lavoro che c’è dietro come effetto naturale come un parto, bisogna lavorare dietro le quinte.
Gli spettacoli teatrali non nascono dal nulla, ci sono le prove, bisogna entrare nel personaggio, che prima è stato anche studiato, e tanti altri passi prima. Una band non va a fare un concerto senza aver fatto le prove e, prima, senza aver studiato musica…ehm
Il tutto rispettando i tempi fisiologici per assimilare i passi e lasciare che gradualmente tu possa crescere senza forza le cose, senza forzare ritmi, tempi, passi etc.
Per concludere questo breve discorso sull’esposizione, direi che la sintesi è:
NON BUTTARTI E AGISCI CON COGNIZIONE DI CAUSA
Non buttarti nemmeno per andare ad una festa di compleanno dove c’è il ragazzo o la ragazza che ti piace, o semplicemente delle persone che vuoi conoscere con cui non ti senti proprio a tuo agio anche solo perchè nuove conoscenze.
Non ha senso andare ad una festa dove stare tesi come corde di violino, solo per poter dire “ci sono stato”, ma ricorda che il senso di andare ad una festa è quello di stare bene e divertirsi con gli altri.
Evita di forzare e accelerare il processo preso dalla smania di saltare delle fasi, rischiare di fare passi falsi che ti fanno scottare e dover rimediare successivamente.
Non ti preoccupare che anche facendo tutto con cura e premura, questi piccoli passi falsi vengono fuori da soli senza che te li vai a cercare, ma in modo immensamente meno dannoso e dalla portata molto più abbordabile.
Cercare di rendere la tua vita una festa più che una guerra credo sia una prospettiva molto gratificante e desiderabile. Non sei d’accordo?
COSA POSSO FARE PER TE?
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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