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Pensi che il coaching non funziona? Qualche giorno fa un mio cliente che ricopre un ruolo importante presso una grande azienda, mi racconta questo.
Mentre esprimeva i suoi desideri rispetto al proseguimento del percorso che voleva fare con me per crescere sempre di più, mi descrive come nella sua azienda, girassero formatori e Coach che lui reputava di bassa qualità e a cui era tenuto a dare retta perché pagati (profumatamente) dalla stessa azienda, ma il cui lavoro reputava una disturbante perdita di tempo.
Questo potrebbe farti pensare che il coaching non funziona.
Ho chiesto allora, ai fini di questo articolo, qualche specifica in più per questa sua valutazione ed ecco cosa mi ha risposto:

Ora questa cosa potrebbe apparirti una valutazione un pò arrogante, ma è proprio il contrario.
Il mio cliente è una persona assolutamente ponderata e capace di ragionare. Il problema è che al giorno d’oggi, se hai un minimo di sale in zucca, se hai buon senso è più facile che tu esca pazzo, vedendo cosa va in giro.
Sembra di vivere in una distopia dove tutto funziona la contrario.
Come si spiega lo scenario dove aziende, peraltro grandi e funzionanti, reclutino risorse che non producono effettivo valore?
Aziende grandi spesso hanno il capitale che se bruciano non succede un disastro, ad esempio per pubblicità di immagine milionaria di cui non si può misurare il ritorno, ma che si può immaginare (cioè non proporzionato all’investimento diciamo….).
Da una parte questa situazione si verifica perché le aziende non hanno la conoscenza necessaria per comprendere l’effettiva esigenza a livello di bisogni formativi, che andrebbe valutata proprio dal consulente prima dell’intervento vero e proprio, per cui si affidano a chi si presenta in modo convincente (il che è sicuramente una parte di merito).
Dall’altra, i manager hanno direttive per ingaggiare qualcuno che faccia formazione SENZA cambiare nulla nell’azienda, ottenere nessun cambiamento concreto, ma mantenere lo status quo e andare sul sicuro.
Comunque ritengo veramente un’arte quella di dire e fare tanto senza dire niente, tanto di cappello.
Vediamo i motivi per cui la formazione e il coaching non funziona quando le premesse di ingaggio sono quelle che ti ho raccontato:
MOTIVO #1 PER CUI IL COACHING NON FUNZIONA -TI VENDONO FACILITA’ ALL’INIZIO PER POI RICHIEDERE FORZA DI VOLONTA’ ERCULEA
Dopo averti venduto attraverso miliardi di messaggi, che basta seguire semplici passi, che anche tua nonna sarebbe in grado di fare, riuscirai ad ottenere l’immortalità, le cose si rivelano completamente differenti.
Differenti in un modo terrificante, un po’ come nel film “VIENI AVANTI CRETINO” e la scena cult del Dr Thomas:
MOTIVO #2 PER CUI IL COACHING NON FUNZIONA -RIPRODUCONO LO STILE FALLIMENTARE DI INSEGNAMENTO SCOLASTICO CHE HAI TANTO ODIATO
Questo avviene attraverso due mosse:
(A) spostamento di responsabilità totale sulle tue spalle e (B) inducendoti regressione infantile negativa.
Questo atteggiamento del dire che sei tu che non ti impegni, che sei smidollato, che non hai abbastanza forza di volontà, è identico alla strategia manipolativa del mondo angosciante della scuola, dove si usano dire cose del tipo:
“E’ intelligente ma non si applica” – come dire che sia sbagliato avere altri interessi verso i quali riversare le proprie energie, quando con il minimo indispensabile te la scampi allegramente a toglierti delle rotture insopportabili, ma su cui continueranno ad angosciarti per l’eternità.
“suo figlio è svogliato e oppositivo” – come dire che tu sei una brutta persona perché hai voglia di fare tutto tranne delle cose imposte da una persona che ti sta antipatica, che non empatizza minimamente con te, che ti fa schifare qualsiasi argomento che potrebbe anche piacerti, che ti reputa un fallito.
“dai che se ti impegni al 6 ci puoi arrivare” – come per dire che anche se sei un piccolo ritardato senza speranza, sforzandoti come un caimano e andando oltre le tue possibilità puoi ottenere il ragguardevole successo di un 6 ad un inutile compito in classe che, nemmeno il quartiere, ricorderà più dopo 1 giorno.
“siete la classe peggiore che abbia mai avuto, specchiatevi all’altra sezione che fanno tutto quello che gli dice la maestra”– Cioè l’altra sezione è sempre più brava della tua guarda caso, e i ragazzi sono bravi a seguire la maestra, non che sia merito dell’altra maestra (ma il tutto è falso, per cui nemmeno ci stiamo a ragionare).
(n.b. solitamente, per la cronaca, l’altra sezione è composta da altrettanti drogati e delinquenti che calpestano la maestra, ma non si sa perché, mentre la maestra ti fa il cazziatone, se ti affacci a guardarli, magari dalla finestra, sono fermi proprio in quel momento e sembrano degli angioletti innocenti).
Bene ma non benissimo.
Ma a me viene un dubbio a questo punto.
Ma vi sarà venuto in mente che se le cose non funzionano come dovrebbero, c’è forse qualcosa nel vostro approccio, metodo, stile, filosofia o mindset, come vi piace dire?
Non so quante volte ho letto nelle email, articoli o altro di Guru, formatori e Coach che in realtà solo una percentuale ridicola di quelli che seguono corsi di formazione etc. raggiungono risultati, adducendo che solo poche persone sono veramente in gamba, capaci di portare le cose a termine senza fermarsi a metà o nemmeno partire, il resto appartiene ai mediocri.
Anche le maestre trovavano vantaggioso PER LORO questo stile.
Infatti loro così non erano mai messe in discussione come brave insegnanti rispetto a quello che gli è stato imposto di svolgere come in qualità di insegnanti e a loro volta messe in condizione di sopravvivenza, schiacciate da burocrazia, programmi impossibili, classi ingestibili e disarmate di qualsiasi strumento adeguato alla situazione.
Ma poi la colpa era degli studenti.
Si mettevano comode loro camminando sul tuo cadavere e tutto sommato, non potevano fare altrimenti, perché era l’opzione migliore che avevano (E che hanno).
In altri ambienti, si potrebbe fare più facilmente in altro modo.
Ma far regredire ad uno stato infantiledi vulnerabilità per manipolare meglio, è quello che vedo spessissimo fare per acquisire autorità e potere nei confronti degli altri.
In famiglia, in azienda, in coppia, nel business in generale.
Non è in sé sbagliata la regressione, ma l’utilizzo di manipolazione negativa che se ne fa.
Potremmo distinguere una regressione positiva e una negativa.
Nella prima la persona a cui affidarsi viene vista come autorevole e di fiducia, nell’altro caso invece come un autorità critica di cui avere paura ma alla quale bisognerebbe dare retta senza fiatare per non sentirsi sbagliati.
E’ certamente più facile avere la meglio su dei bambini invece che su degli adulti che possono ribaltarti come un calzino, se solo fossero messi in condizione, e non annichiliti e spogliati del loro pensiero e del loro sentire.
MOTIVO #3 PER CUI IL COACHING NON FUNZIONA – PIU’ CHE FORMAZIONE SI TRATTA DI SELEZIONE CASUALE (DO COIO COIO STYLE)
Dopo averti indicato che l’unica via giusta da seguire è la loro per avere successo o la salvezza eterna o qualsiasi altra cosa, in realtà ti conducono in un vicolo che, con alta probabilità, è un vicolo cieco a tutti gli effetti, dal quale avrai successo se ne riuscirai ad uscire.
Ora ti spiego perché più che di formazione, il dire “questo è ciò che devi raggiungere e si fa in questo modo che ti dico io” assomiglia molto di più ad un lavaggio del cervello, utilizzato per torturare gli ostaggi e piegarli alla volontà del regime.
In pratica, la verità è questa:
immagina che ogni formatore sia una forma geometrica particolare, come nel gioco dei bimbi (in tema di regressione) dove bisogna inserire la forma corrispondente nel buco dalla forma identica.

Se il formatore è un esagono e tu sei un esagono, ecco che PUF magicamente avrai successo perchè ti incastrerai perfettamente.
Se il coach è un tetraedro e tu sei un tetraedro, il suo metodo funzionerà perfettamente.
Ma il problema è che, per generalizzare, esistono forme molto rare a cui la maggior parte dei metodi in circolazione in realtà assomigliano e persone capaci di mutare forma all’occorrenza (sformarsi).
Per cui a meno che tu non sia un emielica, una delle fome geometriche più rare in natura, oppure un camaleonte-contorsionista, ahimè figliuolo, sbatterai i denti assai forte.
MOTIVO #4 PER CUI IL COACHING NON FUNZIONA – TI DICONO QUALI SONO LE COSE GIUSTE DA FARE E DA PENSARE
Hanno letto su qualche manualetto che dire agli altri cosa fare gli fa acquisire leadership.
“fai così”
“fai colà”
“fai di giù”
“fai di su”
Ok, facciamo un esempio reale più pratico tra le boiate astrali che ti vengono rifilate (per altri esempi ci farò senz’altro un altro articolo a parte).
“Frequenta gente selezionata di qualità” – perché tu sei la media delle 5 persone che frequenti.
Non lo so a te, ma a me mettono i brividi queste cose, e per questo che ho evitato di scrivere di questo fino ad oggi.
Fermo restando che, capisco che in un mondo come il nostro, tu possa anche aver pensato che la cosa giusta fosse quella di “frequentare gente di merda o i primi che ti capitano sotto tiro”.
Il potere di queste fregnacce risiede nella forma direttiva con cui vengono formulate che su molte persone agisce come un comando automatico, forse perché tua mamma faceva lo stesso, dandoti ordini o tirandoti ciabatte o meglio ancora le ascoltavi in Chiesa, famosa per i dogmi da prendere così come sono e muto.
Tu sei la media delle 5 persone che frequenti? Cosa vuol dire? Ah già che avrò più o meno lo stesso stipendio, quindi, siccome non frequento Berlusconi e Briatore, allora sarai un poveraccio morto di fame perché invece sto insieme agli amici della borgata a cui dovrò dire:
“ragazzi, purtroppo da oggi io non vi conosco più, perché mi devo fare degli amici ricconi, non so come ho fatto a stare con voi, forse ero convinto che era giusto frequentare gente di merda”.
In pratica, non solo la leadership è acquisita, ma viene generato un blocco del pensiero in cui diventi acritico e segui come un autonoma senza poter adattare più a te quel concetto, cosa mai possa significare nella tua vita.
Poi ti dicono che sei un’analfabeta funzionale.
Per carità ce ne sono tanti, ma stai sicuro che se ti senti inadeguato quando leggi queste pseudo-diagnosi e le attribuisci a te, non lo sei certamente, perché un vero analfabeta funzionale non capirebbe.
(N.b. l’analfabetismo funzionale non è uno stigma, ma una condizione generata da cattivi formatori/educatori e dal sistema scolastico).
MOTIVO #5 PER CUI IL COACHING NON FUNZIONA – TI APPIOPPANO I LORO OBIETTIVI
Un esempio lampante di questo l’ho rivisto l’altro giorno in tv riguardandomi l’unico film in cui è rappresentata la figura di uno psicologo in gamba: Will Hunting.
Il presunto mentore del protagonista, matematico frustrato per non aver raggiunto il successo interplanetario, seppur professore notevole con diversi premi importanti ottenuti, riconoscendo il genio del giovane Will (che per carità, l’avrebbe riconosciuto anche il cieco di Sorrento) lo prende sotto le sue ali per lanciarlo, ma con suo grande disappunto, si accorge che il ragazzo sputazza allegramente su tutte le proposte lavorative a cui lo fa accedere.
Il professore per questo è molto contrariato e vede Will come un ingrato che non apprezza quello che sta facendo per lui. Non sarà mica che questo tipo di coaching non funziona ?!!
Ma la domanda che gli avrei fatto io al posto di Will è:
“ma chi te l’ha chiesto?”
Will infatti accetta la proposta del professore solo per due ragioni:
adora la matematica perché gli viene assolutamente spontanea e per lui è come sperimentare la gioia che si prova quando ti liberi scoreggiando (le flautolenze saranno un tema centrale del film) e, secondo, perché era l’unico modo per uscire di prigione.
Il fatto che qualcuno decida per lui attiva tutta la sua oppositività, come se ce ne fosse bisogno, e infatti alla fine Will “guarirà” e prenderà la sua strada, quella scelta solo da lui, grazie anche al lavoro fatto dal mitico Robin Williams, unico verso il quale il giovane esprimerà grande e sincera gratitudine.
E’ molto diversa la sincera gratitutidne da quella dozzinale che si vede in giro, manipolata e strumentale, sia da un verso che dall’altro, non credi?
Si ma tu, tornando al punto 1, “DEVI ESSERE GRATO ALLA VITA”.
MOTIVO #6 PER CUI IL COACHING NON FUNZIONA – TI VENDONO L’EUFORIA
Sa perché mettono le maschere di ossigeno sull’aereo?
Per poter respirare…
L’ossigeno ti fa sballare. In un’emergenza catastrofica uno fa grandi respiri di paura. A un tratto diventi euforico, docile, accetti il tuo destino. Guardi qui. Dice, mostrando le istruzioni in caso d’emergenza “Atterraggio d’emergenza sull’acqua a seicento miglia all’ora. Sguardo assente: calmi come le vacche indù”.
(Dal Film Fight Club)
Uno dei prodotti che da sempre vende tantissimo è la speranza. Con la speranza ci puoi campare tutta la vita se continui ad assumerne costantemente dosi massicce sempre crescenti.
Come dico io:
“La speranza è l’ultima a morire e la prima ad ucciderti”
Amica stretta della speranza, vecchio baldraccone da combattimento, è l’EUFORIA.
altra ragione per cui il coaching non funziona è quando si appoggia a questa sensazione.
L’euforia viene facilmente tagliata e annacquata con l’entusiasmo con il quale si confonde in modo tale che le forze dell’ordine non se ne accorgano e la lascino passare al cancello.
L’euforia è uno degli stati mentali più potenti che si ricerca nella dipendenza di sostanze.
Può essere ottenuta quando si riesce a ricreare l’illusione che qualcosa che per essere generato richiede necessariamente tempo, capacità, dedizione, fatica, sforzo, etc. possa essere ottenuto senza nulla di tutto ciò ingoiando una pillola.
Facciamo un esempio.
L’ecstasy, droga da discoteca, genera la sensazione di unione universale. In pratica quando l’assumi ti senti unito a tutti come se foste fratelli e sorelle, provando un calore umano a te ignoto, dato che ci troviamo nell’era della disconnessione.
Non ti ricordano i super mega eventi che raccolgono centinaia di persone che, solo partecipando, sentono di essersi fatti tanti amici e di appartenere a qualcosa di importante che alimenta la speranza di “farcela”?
Come una setta, gli adepti si sentiranno in dovere di esprimere concetti pilotati che ricalcano ciò che il leader afferma, i suoi dogmi insomma e la sua filosofia.
Perché deve auto-convincersi che tutti la pensino allo stesso modo, quello giusto, così che, senza conoscere le persone, sa già che vanno d’accordo come fratelli gemelli. Che figata, no?
Peccato che non è reale.
L’appartenenza è una cosa bellissima, la condivisione anche, fare team building pure e così via, ma tutto questo passa attraverso un lavoro ottimale e sensato, non traumatizzante, per il quale sei pronto attraverso step graduali e ponderati.
Ma siccome nella tua vita sei stato già traumatizzato abbondantemente, l’illusione ha una potenza di traino fortissima.
E poi l’euforia, per il tempo che dura è una sensazione adrenalinica fortissima che ti allontana dal vuoto e dall’angoscia verso il quale non sai mettere mano perché nessuno ti ha mai guidato ad affrontarla comodamente e con entusiasmo vero (non euforia).
Non sarà mai vinto colui che saprà essere saggio e valutare a fondo le cose anche nei momenti di euforia.
(Tito Livio)
per cui non mi resta che dirti…fai attenzione a queste ragioni per riconoscere che il coaching non funziona se fatto male.
Stay Cushy, not Pushy !
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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