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La paura è fisiologica.
Aver paura di qualcosa o qualcuno è assolutamente normale, ci permette di difenderci da eventuali pericoli.
Ma quando la paura diventa incontrollabile e soprattutto immotivata, allora non si ha più una semplice reazione, bensì un disturbo, che prende il nome di attacco di panico.
Che cos’è l’attacco di panico?
Per crisi di panico si intende una forma acuta ed improvvisa di ansia ed angoscia, caratterizzata da un forte senso di terrore e stravolgimento psicofisico. In Italia ne soffre circa il 30% della popolazione. Secondo alcuni studi, le donne sarebbero più a rischio rispetto al parterre maschile.
Gli attacchi di panico sono improvvisi. In pochi minuti si è letteralmente travolti da intensi sintomi che non permettono di capire cosa stia accadendo; una sorta di terremoto emotivo, che lascia senza fiato.
L’attacco di panico, per così dire puro, è strettamente collegato alla paura di morire.
Le persone possono pensare subito ad un infarto o a qualche grave malattia, per cui si potrebbe anche morire, ciò può condurre a sviluppare un’ipocondria (vedi articolo relativo all’ipocondria) oppure essere un effetto dell’ipocondria.
L’attacco di panico non è altro che la manifestazione fisica di un malessere interiore molto profondo, che non vogliamo vedere, che non vogliamo affrontare.
Durante la crisi, il corpo è come se urlasse il proprio dolore, è come se rivendicasse la propria frustrazione, raggiungendo picchi di sofferenza inimmaginabili. Chi ne ha fatto esperienza lo descrive come un momento TERRIFICANTE.
Anche se spesso viene vissuto come un attacco improvviso e imprevedibile, l’attacco di panico viene “costruito” e montato attraverso varie modalità che possono dipendere da miriadi di problematiche psicologiche di altra natura.
Infatti in molti casi potremmo definire l’attacco di panico come un disturbo di secondo livello, dove il primo livello è il disturbo generatore dell’attacco di panico stesso, come abbiamo visto per l’ipocondria.
Molte volte la persona, prima di rivolgersi ad uno psicologo, fa il giro dei medici oltre che del pronto soccorso, per diverso tempo senza essere in grado di realizzare di cosa sta soffrendo. Il che rende la sofferenza ancora più acuta perché collegata con la sensazione di perdere il controllo che è la principale paura che conduce all’attacco di panico.
L’attacco di panico può essere anche collegato a fobie specifiche: paura di volare e quindi di poter avere un attacco di panico, paura dell’altezza, agorafobia, claustrofobia etc.
Quali sono i sintomi di un attacco di panico?
Di solito il paziente avverte improvvisamente:
- un forte senso di soffocamento;
- un’intensa sudorazione;
- battito accelerato;
- vertigini;
- nausee;
- spasmi muscolari;
- dolore al petto;
- vomito.
Questi sintomi sono poi accompagnati da un autentico stato di terrore, che mette a dura prova i soggetti interessati.
La persona vive una sensazione di morte imminente.
Quando si verifica un attacco di panico?
Generalmente gli attacchi di panico si scatenano all’improvviso, in modo incomprensibile.
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno, che travolge e sconvolge la persona.
Spesso il paziente, che sperimenta la crisi, corre subito al Pronto Soccorso, oppure cerca disperatamente aiuto e rassicurazione tra amici e parenti.
Come cambia la vita dopo un attacco di panico?
La persona, che ha vissuto anche per una sola volta l’attacco di panico, inizia a vivere in modo completamente differente, rispetto a prima.
Perde fiducia in sé stessa, teme continuamente che qualcosa possa riverificarsi, vive nella costante preoccupazione di dove avverranno i prossimi attacchi di panico. Una condizione logorante e notevolmente stressante, che non dà tregua.
Uno dei classici atteggiamenti messi in atto dopo un attacco di panico è quello di evitamento. Il paziente evita quei luoghi in cui teme che si possa riverificare l’accaduto (piazze, centri commerciali, ascensori, treni, metro, ecc.).
Se non presa in tempo questa situazione può seriamente alterare la qualità di vita di una persona: i luoghi da evitare aumenteranno giorno dopo giorno, la paura diventerà un’ombra, la vita non sarà più Vita.
Non possiamo permettere che un disturbo arrivi a limitare la propria libertà personale.
Che cosa si può fare allora quando si soffre di attacchi di panico?
Innanzitutto è fondamentale considerare l’attacco di panico come un campanello di allarme, che ci invia il corpo.
Prendiamoci il giusto tempo per comprendere meglio ciò che è accaduto e cerchiamo di risalire all’origine di tutto ciò. Non facciamo finta di non vedere. Il problema c’è, dobbiamo solo avere il coraggio di guardarlo in faccia.
Il disturbo ti invita a rallentare, a fermarti, a riflettere: “stai andando nella direzione giusta?”
Ogni attacco di panico ha le sue caratteristiche, che variano da persona a persona, per questo non è facile individuare la chiave di svolta.
Seguire una consultazione ed eventualmente un mirato e sartoriale percorso terapeutico è la soluzione giusta al problema. Contattare uno specialista del settore e parlare delle proprie ansie, è il primo passo per sentirsi liberi dal vortice della paura.
Per la maggior parte delle casistiche esistono percorsi brevi (entro i 10-12 incontri) per la completa estinzione della problematica, fornendo inoltre la possibilità di aprirsi al mondo dell’evoluzione personale grazie ad un disturbo.
La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare…
(L. Cherubini)
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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