condividi su:
Cosa fare quando hai un dipendente (o un collaboratore) dal carattere difficile ma molto bravo tecnicamente, competente, soprattutto se molto al di sopra della media?
Magari capace proprio in quelle skills dove pochi sanno metterci le mani.
Questo è proprio uno di quei casi in cui puoi capire con chiarezza che a rivolgersi ad uno specialista non è la persona presunta disturbata ma chi la subisce.
Quante volte mi sono sentito dire:
“conosco io delle persone che avrebbero bisogno di te ahah”
non rendendosi conto che sono proprio loro che parlano ad aver bisogno per gestire questi soggetti che circolano nelle loro vite 🙂
La situazione in questione è anche abbastanza frequente, nel senso che spesso capita che una persona competente e capace abbia anche un carattere difficile.
Un esempio celebre di questa situazione potrebbe essere rappresentata, ad esempio, da uno Steve Jobs.
Steve Jobs viene spesso dipinto come un personaggio geniale ma dal carattere difficile.
Lui però era il capo dell’azienda, quindi il problema si poneva ribaltato per i dipendenti, in quanto i dipendenti probabilmente avevano a che fare con un capo difficile con il quale potevano non trovarsi bene, se non se seguivano alla lettera le sue indicazioni o non aderivano alla sua filosofia.
Dal punto di vista invece del dipendente, dicevamo che comunque sussiste l’idea che la capacità spesso sia inversamente proporzionale alla bontà del carattere, soprattuto per quanto riguarda mansioni che richiedono grande tecnica, maniacalità, precisione, perfezionismo e fredda logica 🙂
Ti piacerebbe costruire relazioni gratificanti nella vita e nel lavoro? Iscriviti al Webinar gratuito
Accedi gratuitamente al video della registrazione del webinar dove ho presentato la terza edizione del Quiet Circle dedicata alla complessa skills che ho chiamato SOCIAL SPEAKING, per capire l'importanza e l'impatto profondo che può avere nella tua vita.
Iscriviti cliccando sul link e accedi immediatamente al video !
VOGLIO ACCEDERE AL VIDEO ORACosa fare quindi con questo tipo di soggetti?
Innanzitutto spesso capita di accorgersi che “sono fatti così” dopo averli assunti, quindi ti ritrovi un carattere difficile o una testa calda all’interno dell’azienda senza averlo preventivato, magari abbagliato proprio dalle sue skills.
In questo caso, chiaramente diventa un pò difficile l’idea di evitare il suo ingresso perché è già entrato 🙂
Bisognerà, pertanto, ragionare su come comportarsi nel farlo integrare al meglio, utilizzando le sue capacità e minimizzando i danni derivati dal suo atteggiamento indisponente o da altre tipologie di comportamento non appropriate.
Una prima distinzione che dobbiamo fare è quella di dover stabilire se si tratta di un familiare oppure di una persona che non ha rapporti di parentela.
L’altra distinzione importante è se questa persona manifesta un carattere burbero o comunque spigoloso, scontroso, problematico solo con soggetti specifici, quindi c’è una selettività del suo atteggiamento o comunque un’esasperazione di questo comportamento, oppure se è, diciamo, un valore assoluto, se con chiunque si pone allo stesso modo.
Individueremo di conseguenza se c’è una rigidità irreversibile nella personalità, una struttura di personalità rigida, che diciamo non discrimina nessuno, si comporta in questo modo con tutti.
Dopodiché chiaramente andrà classificata anche la tipologia di quelli che sono i comportamenti disfunzionali, nel senso che ci sono tante tipologie di carattere difficile che non facilitano lo svolgimento del lavoro.
Quali sono alcuni di questi comportamenti scomodi?
- rispondere in modo brusco, il rispondere in maniera sgarbata.
- avere un atteggiamento negativo generale anche nella postura e nell’espressione poco amichevole.
- tendere a respingere le proposte delle persone intorno in modo sempre scortese e aggressivo.
- voler accentrare il lavoro su di sé, squalificando il lavoro degli altri, dicendogli o facendogli intendere che non lo stanno facendo bene, che sono scarsi che sono incapaci, che non sanno nulla.
- Un perenne atteggiamento di arroganza e di opposizione agli ordini impartiti come vengono dati, ma sempre fatti seguendo la propria testa.
- Altri comportamenti possono riguardare la discontinuità. C’è la persona che non è affidabile, manifesta degli alti e bassi nelle prestazioni che oscillano tra l’eccellenza e l’assenza totale in base all’umore del giorno.
Tutto questo chiaramente comporta uno stress e una difficoltà di gestione del soggetto che richiede di essere arginata con delle speciali manovre. Un pò come capita a scuola con i ragazzi difficili.
Probabilmente questi soggetti provengono anche da trascorsi scolastici di questo tipo. Come quando un insegnante ha a che fare con un bullo, per gestire il suo comportamento, gli può dare un ruolo paradossale come quello di controllore del comportamento della classe.
Gli viene dato un ruolo di leadership. In questo modo, responsabilizzato, il ragazzo potrebbe acquietarsi e interrompere i suoi comportamenti da bullo, che comunque sono la sua caratteristica di forza, riuscendo ad intimorire i compagni di classe più di quanto possa farlo l’insegnante 🙂
Questa sua forza viene valorizzata nella direzione di portare tutti a comportarsi in maniera corretta.
Nel calcio, ad esempio, sono famosi anche personaggi dalla testa calda, che difficilmente si sono integrati all’interno del team.
Uno tra tutti sicuramente Cassano.
Parliamo di una persona ribelle, che da giocatore ha portato caos, una persona tanto simpatica quanto imprevedibile e irritante, nonché discontinua nelle prestazioni.
Sicuramente si può contemplare l’idea di non avere questo tipo di soggetti all’interno della propria squadra.
Non sempre è possibile nè desiderabile il licenziamento che solitamente arriva per esasperazione, oppure è il soggetto stesso che molla.
C’è chi vede la soluzione nel propendere sulla costruzione di una squadra più equilibrata piuttosto che puntare sulle star.
Ad esempio, l’ultima nazionale che ha vinto gli europei, poi non si è classificata per i Mondiali, rimane comunque un grande esempio di forza di squadra, dove non c’era la stella che spiccava sugli altri, ma c’era proprio la forza di coesione di ognuno che faceva il suo compito, il suo lavoro rendendo la squadra la star e non il singolo.
Un vero e proprio coro con brevi momenti da solista che valorizzavano anche l’individualità.
La cura, in questo caso, sta sicuramente principalmente in una selezione attenta, fondata su questa chiara visione, che poi viene trasferita e rinforzata costantemente come mantra indiani ripetuti mille volte, in modo da far attecchire saldamente i suoi punti caldi.
Chi non la segue, si mette contro tutto il gruppo, che condivide la stessa politica.
Chiaramente l’esempio dello sport è abbastanza diretto e chiaro. Ci sono tanti sport dove spesso il soggetto manifesta un grande talento insieme ad un carattere complesso e difficile da gestire.
Una certa misura di ammorbidimento possibile, di accordo, di coordinazione cioè di collaborazione, è possibile ottenerlo nel momento in cui la persona si sente compresa e capita nelle sue differenze, nelle sue peculiarità, senza cercare di volerla stravolgere e farla diventare ciò che non è.
In parte, probabilmente, molta della sua forza e capacità deriva proprio da questa “testa”, quindi apprezzare come è fatto sicuramente aiuta a rendere meno spigolosa la relazione.
Mi viene in mente il Dr House, il medico geniale ma dal carattere estremamente difficile, complicato ulteriormente dal suo problema fisico che lo porta alla dipendenza dai farmaci.
La sua abilità era pari alle difficoltà che i dirigenti e gli altri medici dell’ospedale dovevano vivere per stargli dietro affannosamente, per coprirlo, tamponarlo, arginarlo, sempre col timore che la situazione potesse degenerare.
In linea con questa logica, sicuramente un’altra strategia può essere quella di andare a collocare la persona in un ambito dove il suo ruolo e le sue capacità vengono valorizzate, mentre i suoi difetti vengono minimizzati.
Questo ovviamente va studiato a tavolino e il piano va implementato cercando di ottenere un gradimento ed un’accoglienza della posizione da attribuire al tuo dipendente difficile, quindi lui deve essere il primo a non sentirsi squalificato e svalutato da questo trattamento.
Per esempio, potrebbe essere escluso dal rapporto con il pubblico sapendo che lui potrebbe vivere questa esclusione in questo modo:
“Benissimo, posso stare a smanettare con gli aspetti tecnici che mi piacciono al computer (o macchinari, attrezzature, magazzino etc.) e senza dover avere rapporti con le persone e dove ho un controllo totale della situazione, posso fare come mi pare senza che qualcuno mi dia degli ordini specifici!”
In questo caso l’accordo sarebbe:
“tu stai li, sfrutti le tue capacità e non dobbiamo avere a che fare con te e i tuoi aculei”
trovando così una buona armonia con il nostro soggetto in un accordo win-win.
Il tutto cercando di non scontentare gli altri dipendenti che possono percepire come privilegiato e premiato un comportamento non virtuoso, ma coinvolgendoli nel progetto.
Sicuramente quando si tratta di un familiare, come abbiamo detto anche in precedenti articoli, la situazione è un po più complessa perché ci sono più livelli da gestire nel nella relazione e dove c’è uno storico.
È senz’altro una strutturazione della relazione che pone dei problemi, ad esempio, a livello di gerarchia.
Immaginiamo un fratello minore che si trova nella posizione di capo di un fratello maggiore.
In questo caso sarebbe possibile introdurre delle figure mediatrici che non appartengano alla famiglia e che siano viste di buon grado dal nostro soggetto, con cui possono creare un’alleanza e ascoltare le direttive fornite.
Nel caso in cui la fonte del comportamento difficile fossero dei conflitti o degli attriti pregressi rimasti irrisolti, la soluzione sarà quella di intervenire sui conflitti per scioglierli, al fine di mettere le cose in chiaro ed estinguere i vecchi rancori e quindi ripristinare ricostruire un buon rapporto.
Se ancora non l’hai fatto, ti consiglio di guardare il film “Genio Ribelle” del 1997, dove un grande Robin Williams interpreta uno dei migliori psicologi che il cinema ci abbia regalato, proprio alle prese, come dice il titolo stesso, con un genio ribelle.
In questo caso i suoi trascorsi traumatici porteranno il geniale Will a sabotare se stesso e ad entrare in conflitto con chiunque voglia aiutarlo.
Solo l’estrema sensibilità e capacità relazionale del Dr Sean, sarà capace di fare breccia sulle difficoltà del ragazzo.
Queste sicuramente sono tutte cose che ti consiglio di prendere in considerazione prima di giungere al licenziamento, che spesso poi va comunque anticipato dalla pianificazione della compensazione della figura, limitandone al minimo la perdita.
Sicuramente rendersi dipendenti da una persona capace non è mai buona cosa e anzi la rende ancora più insidiosa.
Il fatto invece di avere un funzionamento dell’attività che non poggia su di un soggetto difficile, può renderlo meno arrogante e far “abbassare la cresta”, promuovendo l’espressione di un comportamento più collaborativo.
Molte volte il problema è quello di trovare delle persone capaci o delle persone che, lavorando bene insieme, possano nel complesso ottenere una risposta perlomeno sufficientemente adeguata allo standard desiderato.
Per questo ragionare in anticipo e pianificando bene le fasi del progetto di trasformazione interna, va valutata, preparata e costruita nel tempo proprio per ovviare a questo tipo di situazione.
Evitare di rendersi dipendenti da una persona che poi va a guastare il clima generale, portando ad una situazione dove sono più gli svantaggi che i benefici che porta all’attività nel breve, medio e lungo termine, è una cosa molto saggia.
In conclusione, abbiamo visto come gestire un collaboratore o dipendente bravo ma estremamente capace, non sia semplice, non sia cosa da un minuto, ma richieda un’attenta, lucida e ampia analisi e attuazione di azioni mirate caso per caso, che può essere laboriosa ma regalare grandi soddisfazioni.
Stay cushy, not pushy !
UNISCITI AL CANALE TELEGRAM DI QUIETMOOD
- Autore
- Gli ultimi post
La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
Social