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Cos’è che fa funzionare una terapia? Perchè un terapeuta agisce in un modo piuttosto che in un altro?
Alla base di ogni approccio terapeutico esistono dei principi terapeutici che guidano la costruzione e la scelta delle tecniche e dei metodi adottati.
Molti approcci si fondano esclusivamente su un principio terapeutico, considerandolo la via della guarigione di tutti i disturbi.
Talvolta, sommersi dalle tecniche e dai metodi da applicare, può capitare che si perda di vista che il vero punto è fare in modo di guidare la persona ad attivare il processo terapeutico, innescando il principio adeguato che guarisce quella specifica problematica per quella specifica persona.
Ma cos’è un principio terapeutico? Come nelle medicine, dove si parla di principio attivo, che sarebbe una molecola che innesca dei processi per curare un particolare processo patogeno.
Ad esempio il paracetamolo è il principio attivo che si trova in diverse medicine, come la Tachipirina. Ma ne esistono molti altri, cliccando qui puoi vedere una lista dei principi attivi più prescritti in Italia all’interno dei medicinali.
Quali sono allora i principi attivi psicologici terapeutici che un terapeuta deve padroneggiare per poter aiutare veramente una persona, una coppia, una famiglia, un’azienda (che ricordiamo è fatta di persone non di automi)?
Di seguito trovi i principali principi attivi psicologici:
1. IL PRINCIPIO TERAPEUTICO DELLA CATARSI
L’origine antica di questo principio terapeutico risale ad Aristotele. Riguarda la liberazione da tutte le contaminazioni del male, un vero e proprio processo di purificazione la cui manifestazione è esplosiva. Cavallo di battaglia della Psicoanalisi per la quale la catarsi era sinonimo di cura. La catarsi può esprimersi attraverso un pianto liberatorio, ad esempio, diciamo che il canale somatico nelle sue diverse forme traduce l’espressione della catarsi nelle persone.
Liberarsi da un dolore, da un senso di colpa, da un lutto, da un trauma può richiedere di attivare il principio terapeutico della catarsi.
2. IL PRINCIPIO TERAPEUTICO DELL’INSIGHT
la famosa illuminazione, quando arriviamo ad una intuizione o alla soluzione. Quando sperimenti l’insight vedi con chiarezza ciò che prima era oscuro e nebuloso fin quasi a diventare ovvio. Viene da citare il mitico Sherlock Holmes con la sua espressione “elementare Watson”.
Solitamente la persona è talmente immersa nella sua mente da non poter vedere chiaramente, contorcendosi su se stessa. Grazie alla facilitazione e alla guida del terapeuta, la persona è messa in condizioni di attivare i processi che sbloccano la sua capacità intuitiva. La ristrutturazione è lo strumento cardine per aiutare le persone a raggiungere l’insight.
E’ una raffinata tecnica che può assumere diverse forme, sia verbali che esperienziali, che conduce ad una esperienza emozionale correttiva nella sua massima espressione terapeutica.
L’insight può essere anche di natura puramente cognitiva, ovvero intellettiva, quindi riguardante il comprendere un evento o aver scoperto un modo di risolvere un problema. Ovviamente ciò porta con sè gioia 🙂
3. IL PRINCIPIO TERAPEUTICO DELLA SATURAZIONE
Ci sono malattie che richiedono di essere “spurgate”, ovvero di essere quasi lasciate in pace a completare il loro processo, che si conclude naturalmente con l’estinzione della malattia.
Per fare un esempio personale, tanti anni fa, d’estate, mi scoppiò una determatite alla schiena. Io aspettai un pò prima di farmi visitare, circa un mese. Quando andai dal medico, egli mi disse che era un tipo di dermatite che andava lasciata senza farmaci, che dopo un mese, dopo aver raggiunto il picco, avrebbe iniziato a scomparire da sola. E così fu. Se ci avessi messo una pomata, probabilmente sarebbe peggiorata o la guarigione rallentata.
Il mese dopo ero libero dalla dermatite che aveva completato il suo corso. Lo stesso varrebbe per il raffreddore o la comune influenza, che andrebbero lasciate in pace, e non aggredite farmacologicamente, chiaramente a riposo, attendendo che facciano il loro corso.
Ma noi apparteniamo ad una società interventista che non lascia in pace nulla sul nascere, spesso esacerbando gli esiti.
4. IL PRINCIPIO TERAPEUTICO DELLA DESENSIBILIZZAZIONE
Particolarmente adatta per eventi traumatici, verso i quali si è sviluppato una sensibilità eccessiva e disturbante, che attivano diverse sintomatologie non solo mentali ed emotive ma anche somatiche, il principio della desensibilizzazione, come dice la parola, fa si di abbassare la soglia di attivazione da parte di stimoli esterni ed interni.
Se pensi ad esempio ai denti ipersensibili, stiamo parlando di una sensibilità eccessiva che impedisce di prendersi cura della propria igiene dentale senza dover provare un fastidio simile a quello del gesso sulla lavagna.
La desensibilizzazione lavorare per ripristinare una sensibilità ideale, funzionale al benessere, non certo a portare la persona ad essere insensibile verso gli eventi della sua vita, i suoi ricordi, memorie e vissuti, che anzi diventano più nitidi e caldi ma privi della natura dolorosa tipica dell’infiammazione di un organo o un tessuto.
5. IL PRINCIPIO TERAPEUTICO DELLA RELAZIONE
Il principio terapeutico della relazione è quello riconosciuto come comune ad ogni approccio terapeutico. Molte ricerche lo ritengono responsabile di circa il 50% dei risultati terapeutici ottenuti in un percorso.
Secondo questo principio, l’entrare in un rapporto intimo, sicuro e sano con un altro essere umano, attiverebbe la cura delle ferite della persona e anche l’auto-cura.
Facendo un esempio del contesto scolastico, il successo di uno studente spesso non è dovuto alle sue attitudini, allo studio o alla capacità didattica del suo insegnante, bensì dal rapporto positivo che l’insegnante instaura con l’allievo. Chiaramente una relazione positiva incrementerà la motivazione, l’impegno, la fiducia che insieme condurranno ai riscontri in termini di risultati accademici.
Robin Williams, in ben due film, ci dimostra questo principio: “Will Hunting” e “L’attimo fuggente”.
La relazione non solo è curativa, ma è la conditio sine qua non del successo di una tecnica o un metodo, atto ad attivare gli altri principi terapeutici.
6. IL PRINCIPIO TERAPEUTICO DEL POTENZIAMENTO
L’empowerment riguarda l’acquisizione di nuove risorse o l’attivazione delle risorse presenti nel cliente. Le risorse coprono un ampio spettro di livelli possibili. Possono essere materiali e immateriali, essere personali o interpersonali, emotive, cognitive etc.
Molte volte con il termine potenziamento si fa riferimento ai concetti di ASSET e SKILL.
Il primo appartiene al mondo dell’impresa, specie in stesura di business plan, dove si deve dimostrare la validità del proprio progetto, indicando anche le risorse che favoriranno l’esito positivo della start up.
Con Skill invece ci si riferisce ad una abilità che solitamente viene classificata nelle categorie SOFT e HARD. Personalmente non mi piace la distinzione, soprattutto la terminologia, che sembra declassificare quelle che sono le abilità trasversali (SOFT) non specifiche di una professione in particolare, come la comunicazione, la negoziazione, il problem solving etc. a favore delle abilità HARD che sarebbero quelle specifiche di una professione, come conoscenze specialistiche in una materia che sia diritto, ingegneria, psicologia, politica etc. o abilità tecniche come utilizzare un macchinario, programmare in un linguaggio informatico etc.
Il concetto di skill potrebbe anche rappresentare il raggruppamento di più risorse coordinate. Infatti le risorse possono essere anche immagini, ricordi, convinzioni, sensazioni, oggetti che ci donano forza in situazioni particolari in cui occorrono per affrontare le difficoltà della vita, con le quali, queste difficoltà si riducono o si annullano.
A proposito di potenziamento e skills ho creato il Quiet Cirlce, programma di formazione online che puoi vedere da qui.
7. IL PRINCIPIO TERAPEUTICO DELL’INTEGRAZIONE
Mettere in comunicazione le parti di sè scollegate e farle incastrare in modo ottimale, come due pezzi di puzzle complementari. Affinchè un organismo sia sano, tutte le sue parti devono lavorare in sinergia. Questo vale per le comunità, le imprese, la natura, la tecnologia, non solo per l’individuo.
Se taglio un cavo da un circuito, il circuito smetterà di funzionare. Se una via è bloccata va ripristinata e la comunicazione risintonizzata da disturbata ad efficace.
Molte volte la malattia è vissuta con un’esperienza di estraniazione di qualcosa da sè. Riappropriarsi di se stessi, di sentire, di vedere in modo coordinato richiede la reintegrazione.
Può capitare di non sentire un figlio come il proprio, sentirsi un pesce fuor d’acqua nel proprio ambiente di lavoro o nella propria classe, di non sentire il proprio corpo, di non poter accedere a sentimenti, memorie e pensieri che ci apparterrebbero, che si attivano quando vogliono loro fuori dal nostro controllo.
Chiaramente tutti questi principi sono interdipendenti e appartengono al simpatico mondo della guarigione, per cui è facile che uno tira dietro l’altro come le Pringles.
Sicuramente saper attivare il livello giusto da cui partire, permette di ottenere maggiori risultati e spirali virtuose e accrescendo il principio della relazione, che come abbiamo detto, risulta quello di base, senza il quale nessun cambiamento positivo sarebbe possibile.
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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