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Sono in pochi quelli che hanno capito cosa vuol dire “non essere una copia degli altri” per avere successo.
Avrai riconosciuto nel titolo la citazione del bellissimo brano di Samuele Bersani “giudizi universali” che ben descrive la fine di una moltitudine sconfinata di persone.
E anche per questo che mi permetto di dire che pochi hanno compreso.
Lo dico anche perché è evidente come abbia un grandissimo seguito la schiera di guru, formatori e pensatori la cui missione sembra essere quella di farti diventare esattamente come loro.
Si usa spesso la metafora del branco di pecore bianche che seguono il gregge.
Ma le pecore diciamo che desiderano essere parte di un gregge, tutte uguali all’unisono e sono felici così, quelle invidiabili pecore.
In questo caso stiamo parlando di persone che almeno all’apparenza vorrebbero essere più vicini a loro stessi. Parlo di chi segue o si rivolge ai guru per questa ragione.
Ed è qui che scatta la confusione nelle persone, in queste persone che, se cercano qualcuno che gli insegni come essere se stesse, evidentemente non sanno come farlo.
E allora arrivano questi che in sostanza ti dicono:
“Vuoi essere te stesso? Perfetto, per essere te stesso, la versione migliore di te stesso, mica cazzi, in pratica devi essere come me! Ecco come si fa“
Figata. L’angoscia di non sapere bene come comportarsi per essere una persona valida, perché se il te stesso che puoi scoprire non è abbastanza, non è sufficiente? Perché se non sei il meglio non sei nessuno, giusto?
E’ questa la verità non detta che non si dice per ipocrisia e per non infierire sui poracci ma che tutti sanno, ma che nessuno ammetterebbe mai. Ma le prove vanno tutte in questa direzione come ci fa ben capire questo aforisma rivelatore:
Ne è un esempio la filosofia della PNL che ha creato cloni e un metodo per clonare. Clona le credenze e diventi Einstein, clona i valori e diventi Mahatma Ghandi, clona le strategie e diventi Michael Jordan. Strategie dell’eccellenza.
La PNL ha tante cose buone però e lo sai perché? Perché sono tutte copiate! A copiare sono dei maestri assoluti! Master Pratictioner! Peccato che poi le hanno distorte soprattutto a livello di fini. Ma non è nemmeno colpa di Bandler e Grinder e l’incapacità delle persone di avere il coraggio di ascoltare la propria voce.
Di non sapere che esiste una propria voce in alcuni casi. Di pensare che gli altri hanno ragione e tu torto e bisogna fare come dicono gli altri di conseguenza che ne sanno più di te.
E poi nel cercare se stessi si può sempre sbagliare e può essere, anzi lo è, una straziante fatica che ha il prezzo elevatissimo di dover andare contro un sacco di persone. Almeno il rischio c’è. E per cosa? Per essere esclusi dal mondo, diventare dei reietti.
Non vedere la lauta ricompensa non è molto accattivante.
Tu ammiri Batman, lui è famoso, il pubblico lo adora anche se nella sua realtà lui non è amato e fa, diciamocelo, una vita di merda. E tu non vuoi fare una vita di merda.
Facciamo un esempio pratico.
Se sei una donna nel corpo di un uomo, ascoltare la tua identità significa andare incontro ad evidenti conflitti e dolori, non ultime le operazioni chirurgiche a cui sottoporsi.
Ed allora arrivano loro a salvarti quelli che ti insegnano ad essere te stesso fico, te stesso vincente, te stesso amato, te stesso con una vita fantastica.
Perché non seguirli? Non sono la prova che seguendo le loro orme anche tu potrai essere ammirato come loro sembrano essere ammirati e possedere tutto quello che una persona potrebbe desiderare?
E guarda, il problema lo sai qual è, che se funzionasse pure pure un pensiero uno ce lo fa, no?
Peccato, davvero peccato che non funziona perché esiste una cosa chiamata realtà che purtroppo, diciamocelo, non è proprio rose e fiori.
Il nostro amico Freud ce l’ha provato a dire in tutti i modi attraverso il concetto di principio di realtà che in sostanza è l’indice di salute mentale di una persona e che consiste nella capacità di vedere se stessi e l’ambiente circostante per quello che è.
Di vedere che bello e brutto, buono e cattivo, piacere e dolore, coesistono come tutti gli opposti. Che poi non esistono gli opposti ma infinite sfumature.
Forse cerchi il successo e basta, non importa chi tu sia, non ti importa di essere te stesso, soprattutto se sei convinto di non andare abbastanza bene, il successo inteso come ammirazione, fama, guadagni, stima, ma se non sei te stesso allora un altro avrà successo, non tu. Uno che prende in prestito il tuo corpo e ti assicuro che è probabilmente più atroce di non averlo affatto.
La vita può essere bella ma bisogna fare un grandissimo lavoro senza trovare vie di fuga o scorciatoie.
Non per forza questo grande lavoro deve essere massacrante e al di là dei tuoi limiti, dei tuoi ritmi, dei tuoi veri valori e soprattutto non al di là di te stesso e fuori da te stesso. Sarebbe un controsenso.
Effettivamente bisogna chiedersi quali sono le condizioni che fanno si che una persona possa sbocciare ed essere serenamente ciò che è.
L’unica via possibile è quella di costruire quel terreno fertile dove tu puoi germogliare, compiere quel lavoro di esplorazione e liberazione per allontanarti dal rumore di fondo e ascoltare la tua voce in sicurezza e comodità con tutto lo spazio necessario e un ambiente facilitante. L’esatto opposto di quello che il mondo offre anche come strutture educative compresa la famiglia (perché non attrezzata).
Una persona che ascolta veramente la sua voce non può essere esclusa perché il suo pubblico non sarebbero certo i suoi detrattori ma solo coloro affini alla sua visione.
L’unica condizione possibile si chiama agire all’interno della comfort zone, della vera comfort zone, non quella di cui ti parlano come un luogo da infami, non sarà un caso che i guru dicono di uscire, bene, fare il contrario è già una strada più sicura.
Ecco cosa dice Luca Lixi, esperto finanziario, a proposito degli amici Guru in un bel post del suo gruppo Facebook, a dire il vero lungo quanto un articolo ma che vale la pena di riportare integralmente perché pertinente con la tematica che sto trattando in questo mio articolo:
“Ultimamente va particolarmente di moda cercare “I segreti del successo”.
Ovvero chiedere a delle persone di evidente successo quali sono “i segreti” che li hanno portati ad ottenere questi risultati.
(Parlo in qualunque ambito e attribuisco alla parola successo un significato liberamente interpretabile). Non voglio criticare eccessivamente questa prassi, in base al principio macchiavellico che “il fine giustifica i mezzi”.
Se per accettare dei buoni consigli e farli propri occorre necessariamente pensare che questi siano “segreti” o che siano un scorciatoia per il successo, va bene uguale. L’importante è crescere. Mi preme solo ricordare che in questo tipo di considerazioni convivono 3 bias, 3 distorsioni cognitive:
1) hindsight bias, bias del senno di poi, ovvero le forzature che commettiamo nel cercare di spiegare, razionalizzare, catalogare, trovare un senso a eventi passati, sottovalutando la componente casuale di questi eventi (volete chiamarlo “culo” anziché caso? Fatelo)
2) survivorship bias, bias della sopravvivenza, ovvero il dimenticare che la storia la possono raccontare solo i sopravvissuti, prima ancora che i vincitori.
3) Forzatura causa-effetto, ovvero attribuire forzatamente un certo tipo di effetto a determinate cause, dimenticando le altre variabili che potrebbe essere (o non essere) intervenute.
Inoltre, chiedere a una persona “di successo” quali sono i suoi segreti va a solleticare il suo ego e la sua immagine da Superman più intelligente e capace degli altri, che tutto sa e che tutto conosce.
Non si può certo rispondere “Boh, sono partito, ho lavorato sodo, poi le cose hanno girato per il meglio, ho continuato quindi a lavorare sodo, ho commesso migliaia di errori, ho sofferto, ho sacrificato tante cose, alla fine sembra stia andando bene, chissà quanto dura”.
Che guru sei, se racconti che all’età di 7 anni non avevi già in testa il tuo percorso infallibile verso la dominazione mondiale, frutto di poteri paranormali rilevati addirittura dalla suora dell’asilo, shockata per la tua velocità nel mangiare la minestra senza sporcarti?
Ora, dopo questa lunga premessa sul fatto che non esistono segreti per il successo, ecco il mio segreto per il successo! 🤣
Ovviamente scherzo, perché non è certamente un segreto.
Leggetevi qualche libro (e pure qualche testo sul web, dipende).
Se alzarvi alle 6 del mattino (avete frantumato i maroni con questa storia, dalla quantità di ciarlatans che si stanno fiondando su questa moda, ve lo dico), bere acqua e limone e un caffè corretto al burro e sambuca, fare tre salti, due preghiere, un saluto a fratello sole e sorella luna appena svegli non è oggettivamente detto che abbia qualche vero rapporto di causazione con il vostro successo (si, è italiano causazione), leggere qualche libro in più è quanto di più vicino al segreto (non segreto) per migliorare.
L’Italia è costantemente agli ultimi posti per quantità di libri acquistati e letti.
Chi non legge, non ha abbastanza concetti in testa.
Chi non ha abbastanza concetti in testa, fa difficoltà a riflettere.
Chi fa difficoltà a riflettere, fa difficoltà ad esprimersi.
In un mondo governato dall’informazione a doppio senso come non mai, avere questo tipo di difficoltà è un handicap a tutti gli effetti.
Leggete, anche contenuti diversi rispetto a ciò di cui vi occupate per lavoro.
Non fermatevi a quei 4 giornali in lingua italiana, riciclatori e traduttori di notizie dagli Stati Uniti e dal Regno Unito.
Non fermatevi a quei 4 libri in testa alle classifica di vendita, per definizione dominate dalla massa. che notoriamente non brilla per profondità .
Non fermatevi a quei 4 blog o paginette italiane.
La verità è che è utile leggere TUTTO.
In alcuni casi, come alcuni libri di cui mi chiedono informazioni, sono utili a capire cosa NON approfondire e usare come sostegno per un tavolo che traballa.
(Bruciare no, è brutto bruciare i libri, al massimo portateli al macero così salvate il pianeta).
Sul serio: ringrazio tanti libri ORRENDI che ho letto, magari a 16-17 anni,
Le nuove informazioni introdotte con altri testi decisamente migliori mi hanno permesso di considerare per quello che erano.
Ovvero carta rubata alle foreste e inchiostro sprecato.
Ma è andata bene così.
Negli ultimi 30 mesi ho formato il mio team di collaboratori ed editor.
Alla domanda “Cosa dobbiamo fare?”, la mia sofisticata risposta è stata:
– leggete
– riflettete
– scrivete
Sembra banale, ma è un circolo virtuoso incredibile, perché lo scrivere (ultima fase di questo mini-processo) in realtà è quasi più utile per lo scrittore che per il lettore.
Aiuta a chiarirsi le idee, strutturarle, rilavorarci sopra, rivederle, capire se vengono comprese, che effetti suscitano.
Chiaramente, è impossibile scrivere senza averci riflettuto sopra, ed è impossibile rifletterci sopra senza aver letto prima.
O pensate che scrivere sia una perdita di tempo, un esercizio di stile, una pratica manipolatoria o una roba per vendervi corsi e abbonamenti?
Non ci sono segreti e non ci sono miracoli.
Questo è solo il mio consiglio per il 2020.
Nel post sotto, dalla mia bacheca personale, il consiglio è per i genitori.
Da adulti, capisco che il tempo non sia sempre quello desiderato per potersi dedicare alla lettura, tra i mille impegni.
Anche se considero VECCHIO solo chi non si mette più nella condizione di imparare qualcosa e migliorare.
E quindi può essere vecchio anche a 20 anni, mentre può non esserlo neppure a 90.
Ma da ragazzi non ci sono grandi scuse.
È decisamente meglio abbeverarsi da una fonte di prima mano come può essere un buon libro, che ripetere robe a memoria, decise da un comitato ministeriale della scuola pubblica, divulgate da un insegnante che punta ad arrivare a fine mese o al pre-pensionamento.
Poi, magari fate entrambi, perché certo l’istruzione tradizionale non è tutta così ed è necessaria per bla bla bla.
Ma ci siamo capiti.“
Il “sofisticato” consiglio di Luca (che ho sottolineato in neretto nella citazione) è molto più complesso di quanto appaia leggendolo perché implica il coraggio di pensare con la propria testa e la possibilità di farlo, cosa assolutamente impossibile se non ti è stato permesso da quando sei piccolo e riempito di schifezze nel cervello. Non dipende dalla tua volontà insomma, ma se io capisco che ho una specie di handicap cosa faccio? Lascio perdere o cerco di sbloccarlo?
E dopo il coraggio di pensare con la propria testa, qualcuno dovrebbe insegnarti come farla funzionare. Questi i due step. Poi potrai fare tue le informazioni che ricevi e che cerchi.
Ti assicuro che quando fai funzionare la testa nel modo giusto è anche piacevole e soprattutto è l’unico modo vero di pararsi il culo da questa giungla di pericoli chiamato pianeta terra.
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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