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“Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche parte devi correre almeno il doppio.” Lewis Carrol
Sentirsi indietro. Essere indietro. Inseguire il tempo perso. Più che mai da quando il tempo si è fermato per molte persone a causa della gestione della pandemia.
La terribile sensazione di aver perso tempo e di continuare a perdere tempo, che vivono in tanti, anche persone insospettabili, perchè nel proprio intimo, dove veramente conta come viviamo, le cose sono sempre molto diverse da come appaiono.
Anche perchè l’apparenza non è solo frutto di un’immagine costruita a tavolino, ma soprattutto costruita dalla tua mente, dai tuoi occhi che osservano, che in mancanza di informazioni a cui non puoi accedere. e dalle lenti deformanti che indossi, finiscono per distorcere la realtà.
Come diceva Talmud:
“Noi non vediamo le cose come sono; vediamo le cose come siamo”
Poi c’era anche quel famoso detto, com’era? a si …… “l’erba del vicino è sempre più verde” … anche quando il vicino non ha il giardino.
Ma poi perchè mai dovresti interessarti a come stanno gli altri? Cioè se gli altri stanno come te o peggio allora potresti tranquillizzarti? Tipo dicendo:
“a ok! stanno tutti nella merda, perfetto allora posso stare sereno! ”
Certo c’è anche quel detto che dice “mal comune mezzo gaudio”, che però significa che condividere le sventure insieme fornisce quel supporto e quella vicinanza che nei momenti difficili è salvifica, non che se tutti fanno schifo allora nessuno fa schifo.
Probabilmente tutto questo fraintendimento è legato a come, nella nostra società, sia stato facilitata la costruzione di un’associazione mentale per cui l’apparire finisce per coincidere con l’essere.
Il modo in cui appari definirebbe chi sei.
Chiaramente il modo in cui appari ha un effetto sugli altri, che può essere desiderabile o meno. Se appari come una persona di successo, le persone potrebbero avere nei tuoi confronti un atteggiamento di stima, il desiderio di frequentarti, e altri tipi di benefici anche materiali, almeno nell’immaginario collettivo.
Ricevere attenzione positiva primariamente, insomma, quell’attenzione così scarsa oggi, per tutti.
Ma il modo in cui appari non definisce affatto chi sei, ne è solo una parte. Mi viene in mente un altro bellissimo aforisma di Sartre (senti come me la tiro):
«L’eleganza è quella qualità del comportamento che trasforma la massima qualità dell’essere in apparire»
Per far in modo di trasmettere al meglio le qualità dell’essere ci vuole eleganza. Che non riguarda solo l’abbigliamento (ma sarebbe troppo lungo da spiegare qui in questo articolo).
Senza eleganza potresti essere bello dentro ma non fuori. Ma se credi che l’apparire definisca l’essere, allora penserai di essere brutto dentro e fuori. Na mela marcia da cui esce il verme.
Ma come sono finito a parlare dell’essere e dell’apparire se parlavamo del perdere tempo? Sto forse cercando di farti perdere tempo?
No. Assolutamente.
Cos’è che veramente fa soffrire quando si sperimenta l’esperienza del perdere tempo?
io credo che sia il fatto di pensare di non essere diventati ciò che ti permetterebbe di stimarti.
Cosa che sarebbe possibile solo dopo aver realizzato chissà cosa nella vita. Non solo lo credo, ma lo sento tutti i santi i giorni nel corso delle consulenze.
Nessuno ti insegna veramente a piacerti adesso. A parole forse qualcuno. Ma nella maggior parte dei casi, la contraddizione tra il dire e il fare è più o meno evidente.
i Guru in giro ti dicono:
“diventa” – cioè cambia da come sei perchè ora fai schifo
“realizza i tuoi obiettivi” – che non hai ancora realizzato e di cui non ti puoi evidentemente vantare
“costruisci la vita dei tuoi sogni” – forse del guru saranno i sogni, comunque la vita dei tuoi sogni è quella che non hai
“il tempo è veloce, scappa via, carpe diem” – a forza di cercare di cogliere sto attimo maledetto, vivi infiniti attimi continuativi che assomigliano ad un pre-infarto
L’ansia della realizzazione dei progetti, l’ossessione dei progetti, è in parte frutto del desiderio di sentirti a posto con te stesso, ma che per il tuo cervello potrebbe avvenire solo quando li avrai raggiunti.
Semplicemente i passi evolutivi sono stati invertiti. I passi corretti dovrebbero invece essere:
PRIMA ti senti a posto con te stesso ORA.
POI, sentendoti a posto con te stesso, realizzerai molto spontaneamente i veri desideri che ti stanno a cuore.
Perché l’ansia del tempo perso dipende anche da altri fattori:
- non ti senti all’altezza di farcela a realizzare ciò che ti prefiggi di realizzare. Così non parti e rimani sulla griglia di partenza, procrastinando all’infinito. Oppure passi il tempo a cercare di forzarti a fatica.
- non sei sul binario che senti tuo. Probabilmente non hai mai scelto veramente la tua vita ed ogni giorno che passa ti sembra di procedere nella direzione sbagliata. E probabilmente hai ragione. Ma non sai come fare a cambiare rotta e ti lasci andare alla deriva.
Tutto ciò ti impedisce di ascoltare il tuo ritmo interiore e seguirlo. Anche perchè gli altri non stanno li fermi. Ti stanno addosso a sollecitarti di darti una mossa. Ma veramente gli interessa cosa fai? Cosa gli interessa veramente? Te lo sei mai chiesto?
Poi ci sono alcuni problemi pratici che sono l’effetto del non sentirsi a posto. Uno molto frequente è una domanda che non vuoi che ti rivolgano perchè non vorresti rispondere, dato che rispondere ti metterebbe estremamente in difficoltà:
“Cosa stai facendo? Di cosa ti occupi?”
Questa domanda è un tormento, perchè anche se stessi facendo qualcosa che è socialmente accettabile e oltre per gli altri, ti metterebbe di fronte al tuo mostro. Tu non ti senti abbastanza. Figurati, se non sai dire a te stesso cosa fai in modo grazioso e lusinghiero, cosa potresti mai dire alle altre persone senza credere di mentire.
Ma cosa vuoi fare? Nasconderti nella Bat Caverna? mmm…. effettivamente potrebbe essere una soluzione, perlomeno parte di un piano.
In ogni caso, come dicevo, la cosa su cui focalizzarsi primariamente è connettersi con se stessi, con le tue voci interiori, in modo accogliente, in modo tale da imparare a sentirti a posto a prescindere da cosa tu faccia o non faccia.
Secondariamente, sviluppare la capacità di comunicarlo agli altri. Il tuo dialogo interno rinnovato ti permetterà di esprimerti all’esterno in modo nuovo, congruente e assertivo.
L’obiettivo è quello di liberarsi dalle catene opprimenti della pressione sociale.
E’ la pressione sociale che scatena la paura del giudizio degli altri e alimenta la tua pressione interna, quella portata avanti dal condominio schiamazzante che hai nella testa.
Prima l’interno dopo l’esterno amico. L’interno è la direzione giusta sempre, senza il quale l’esterno non ha senso.
Muoversi all’esterno è l’effetto spontaneo di chi si muove bene all’interno, senza dover usare la maledetta forza di volontà per forzarti ad agire controvoglia, spaventato e angosciato.
E allora si, che se ti forzi, andrai alla ricerca di dosi di motivazione (esterna) che ti ricarichi per sopperire allo strazio che provi, prima di crollare.
Avremo tempo di dedicarci a sviluppare l’eleganza che ti valorizza al massimo nell’apparire, ma solo affinché tu possa portare il tuo contributo personale e naturale con gioia e passione.
Un ultimo input. Ce ne sarebbero tanti sul tema.
Se ti capita di accartocciarti in pensieri del tipo:
“se lo avessi saputo prima a quest’ora non avrei vissuto così male, avrei agito meglio”
Ciò su cui ti sarebbe utile concentrarti è di iniziare ora a mettere in atto il tuo apprendimento, che prima, quando ne avresti avuto bisogno, non avevi. Altrimenti continueresti a perdere quel tempo che rimpiangi di aver perso.
Se non ci dovessi comunque riuscire ad applicare oggi ciò che avresti dovuto applicare ieri, allora bisognerà indagare su cosa ti blocca dall’applicare ciò che sai ma che non fai. Ed io direi che torniamo al punto 1. Si torna sempre lì, tutto il resto è una perdita di tempo.
Stay cushy, not pushy !
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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