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« Spinta dalla fame una volpe tenta di raggiungere un grappolo d’uva posto sin alto sulla vite, saltando con tutte le sue forze. Non potendo raggiungerla, esclama: “Non è ancora matura ; non voglio coglierla acerba!“. Coloro che sminuiscono a parole ciò che non possono fare, debbono applicare a se stessi questo paradigma. »
Questa celebre storia di Esopo trasmette in modo immediato ed emblematico il concetto di autoinganno (generalmente disfunzionale). La definizione di autoinganno è del filosofo Elster che lo considera la capacità di adattare la realtà ai propri desideri.
Il filosofo Nietzsche diceva a parole sue:
“se i fatti non corrispondono alla teoria, tanto peggio per i fatti” – Nietzesche
L’autoinganno e la rete di autoinganni hanno comunque prevalentemente il compito di proteggere la nostra VISIONE DEL MONDO che sta alla base della nostra stabilità e salute mentale.
E’ anche una strategia euristica per colmare il gap di informazioni mancanti e avere più controllo sulla realtà. E’ inoltre collegato alla soddisfazione dei propri bisogni umani, un meccanismo di compensazione potentissimo e talvolta indispensabile delle personali mancanze e incapacità.
Pensiamo alla superstizione o anche ad alcuni aspetti tipici delle religioni. Ad esempio, credo alle coincidenze e leggo nei fatti che mi accadono la prova di questa teoria, questo mi dona serenità e sensazione di controllo.
L’amore (covo e terreno fertile di innumerevoli autoinganni) si nutre di autoinganno quando crediamo che la persona che sta con noi sia speciale rispetto a tutte le altre nell’universo che sia la nostra unica anima gemella. Lo stesso autoinganno diventa tragedia quando la persona in questione decide di lasciarci.
Le ideologie possono essere considerate dei SUPER-AUTOINGANNI.
Il numero di autoinganni è inversamente proporzionale alla forza interiore di una persona: più ce ne sono più è indice del fatto che il nostro lato vulnerabile e fragile è indifeso e di conseguenza si necessita di sfuggire al dolore che non saremmo in grado di gestire.
Spesso è più facile riconoscere gli autoinganni altrui ma è molto più complesso cogliere i nostri stessi autoinganni. La prima domanda da porsi è:
E’ possibile NON avere autoinganni?
la risposta è: NO.
Tuttavia esistono diversi tipi di autoinganni. La principale distinzione è tra autoinganni funzionali e disfunzionali. L’autoinganno principalmente si pone al livello della nostra “opinione” sulla realtà dei fatti. Prima di continuare devo fornirti di una definizione operativa di autoinganno.
L’autoinganno è una modalità narrativa di un punto di vista della realtà. Questa narrazione può mistificare la realtà, distorcere la realtà o tradurla oggettivamente per mezzo di convenzioni.
Capisco che potrebbe non essere facilissimo capire questo concetto, l’ultimo caso riguarda il fatto che non possiamo che avere una rappresentazione della realtà e non possiamo accedere alla realtà oggettiva che risulta inconoscibile anche perchè la realtà è un’entità dinamica che cambia continuamente. Se ad esempio dico che mi sento triste, mentre lo dico potrei iniziare a sentirmi sollevato. La mia osservazione e la mia interazione con la realtà la modifica.
Si distingue dalla bugia che appartiene all’eteroinganno, il modo per ingannare gli altri e non se stessi, anche se ingannando gli altri si può poi finire per ingannare se stessi.
Quando l’autoinganno scende al livello dei fatti diventa illusione-mistificazione. Un classico esempio è la mamma che nega che il figlio è un tossicodipendente e legge tutti i segni dell’uso di stupefacenti come stanchezza o ne nega l’evidenza stessa.
L’illudersi è uno sport che piace tantissimo all’essere umano. L’uomo fa fatica a digerire che le cose possano essere diverse dalle proprie aspettative, diverse dalla propria idea del mondo, di come “dovrebbero essere”. Prodotto finale dell’illusione è la DEPRESSIONE.
E guarda un pò, la depressione è stato considerato il male del secolo fino a qualche tempo fa, ora credo sia stata superata dal cancro. In ogni caso l’illusione (e anche il cancro) porta alla creazione di un floridissimo mercato che la crisi non può che ingrandire ulteriormente. Stiamo parlando del rinomato mercato della speranza.
Da qui la pluripremiata figura del VENDITORE DI SPERANZA. Ma ecco cosa penso io della speranza nel mio #videoaforisma:
In ogni caso i venditori di speranza continueranno a vendere finchè ci saranno persone che richiederanno il prodotto, così come ci saranno sempre spacciatori per i drogati che hanno bisogno di sostanze. Loro fanno business (gli spacciatori). Puoi lamentarti se la “roba non è buona o è tagliata male“, che ti venga venduto qualcosa per qualcos’altro, ma il problema è che il primo ad essere nell’illegalità sei tu.
Se vai dalla polizia a dire che te l’hanno tagliata male o che al posto della marjuana ti hanno dato il rosmarino non credo che verrai premiato come cittadino modello. Inoltre la speranza per essere venduta deve essere per forza occultata e venduta per qualcos’altro, lì è l’inghippo.
Se ti voglio far bere l’acqua di un miraggio non posso dirti che è un miraggio, non la berresti. Ma se hai bisogno per andare avanti su una strada sbagliata dell’idea che sia invece la strada giusta, non ti posso dire che è sbagliata perchè tanto oltretutto non l’ascolteresti.
Senza complicare ulterioremente con questo giro di parole e di accenni ad argomenti che richiederebbero un trattato, facciamo qualche semplice esempio di autoinganno dei milioni che si potrebbero fare:
ESEMPIO 1 – narrazione forzata di un fatto
Donna che desidera disperatamente un fidanzato che afferma sistematicamente a tutti:
“Che figata essere SINGLE! Chi lo vuole un maschio! Sto benissimo e voglio continuare così!!!”
ESEMPIO 2 – estensione narrativa di una sensazione (spostamento dalla sensazione all’identità)
Persona che SI SENTE insicura che si dice e dice agli altri:
“Sono una persona assolutamente insicura, ansiosa e fragile”
ESEMPIO 3 – narrazione ipercompensante di se stessi
Persona che nel profondo è convinta di essere una nullità che appare forte ripetendo:
“Quanto so figo! so er mejo! gli altri sono niente in confronto a me!”
Questi sono tre esempi di autoinganno disfunzionale che allontanano la persona dalla sua autenticità.
Grazie all’autoinganno riusciamo a non vedere e non sentire ciò che non ci piace e a sentire e vedere ciò che vorremmo.
Ma anche il contrario: non vediamo e non sentiamo ciò che ci piacerebbe, e vediamo e sentiamo ciò che non ci piace.
Questo ultimo aspetto è più occultato, ma ne posso fare un esempio:
Mi convinco di essere una schiappa perchè altrimenti scatenerò la gelosia e l’invidia delle persone a cui voglio bene che mi potrebbero abbandonare.
Pensiamo alla superstizione o anche ad alcuni aspetti tipici delle religioni. Ad esempio, credo alle coincidenze e leggo nei fatti che mi accadono la prova di questa teoria, questo mi dona serenità e sensazione di controllo.
L’amore si nutre di autoinganno quando crediamo che la persona che sta con noi sia speciale rispetto a tutte le altre nell’universo che sia la nostra unica anima gemella. Lo stesso autoinganno diventa tragedia quando la persona in questione decide di lasciarci.
C’è da fare una constatazione importante, ovvero che la capacità di ascoltare la realtà dei fatti e distinguerla dalle opinioni rende liberi e forti.
Per cui se devo condividere i passi per riconoscere un autoinganno rapidamente sono:
1) In quello che ci dice la persona (o ci diciamo) distinguere I FATTI DALLE OPINIONI
nell’esempio 1 abbiamo una persona single donna [FATTO] che si dichiara felicissima di esserlo e di non volere nessuno [OPINIONE] –> il fatto contraddice decisamente l’opinione: nessuna donna è felice di non essere fidanzata 🙂
In questo caso è semplice (ahah) ma la conoscenza approfondita di specifici fatti e del funzionamento umano permette di di utilizzare la distinzione tra fatto e opinione in modo da rivelare l’autoinganno facilmente.
2) Osservare se i comportamenti sono congruenti con l’affermazione
riprendendo sempre l’esempio 1, la persona parla poi continuamente di uomini, appare depressa, nervosa, trascurata, guarda le altre coppiette con le lacrime agli occhi, piange durante i film romantici.
3) Stare attenti al modo in cui viene comunicato e in quali condizioni
Assolutismo, eccesso di “carica” nelle espressioni, esternazioni non richieste ( nessuna aveva chiesto alla suddetta ragazza come stava da single) sono spesso indice di autoinganno in azione. Infatti l’autoinganno viene alimentato da un meccanismo di ripetizione e convizione degli altri per convincere se stessi. Facebook ne è un esempio lampante dove spesso si cerca di dare un’immagine idealizzata di se stessi con post a raffica e anche foto.
Talvota l’autoinganno nasce nei confronti di di una convinzione o informazione errata che giustamente non ci piace e a cui non potremmo mai arrenderci (vedi esempio 3 – nessuno di noi è una nullità).
In conclusione ricordiamoci che noi:
“non vediamo le cose per come sono, ma per come siamo” – Anais Anin
che ci porta a comprendere che cambiando il modo di vedere, cambiamo noi stessi e cambiando noi stessi cambiamo il nostro modo di vedere.
Aspetto le tue domande, commenti e riflessioni.
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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