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Il successo è una conseguenza, non un obiettivo – Gustave Flaubert
Effetti non obiettivi come diventare ricco, essere produttivo, essere felice, avere successo, stare in forma.
Sono degli effetti, delle conseguenze, non degli obiettivi.
Quando questi effetti vengono trattati come obiettivi si creano dei problemi, primo fra tutti che sei infelice e angosciato. Secondo che non ce la farai. Terzo, Ti dimentichi chi sei.
Lo so, probabilmente ti senti confuso di fronte a queste affermazioni. Molto bene, ora farò un esempio per cercare di fare chiarezza nella tua mente.
Molti guru e coach propongono spesso come obiettivo gratitudine o perdono.
Possono essere considerati come sotto-obiettivi della felicità secondo questa logica. Sembra tutto molto logico. E’ una cosa bella provare gratitudine e anche perdonare. Perfetto.
Evidentemente dobbiamo partire dal dare per scontato che tu non provi gratitudine né perdono, ma covi risentimento oppure non provi ABBASTANZA gratitudine se proprio non sei un ingrato bastardo che si vuole redimere.
In questo caso l’assenza di gratitudine e la presenza di risentimento sono sintomi di un problema.
Ma i sintomi di un problema non indicano la causa di un problema, indicano solo che c’è un problema.
Se hai il prurito, che è un sintomo, grattarsi non è la soluzione, ma è la conseguenza del fastidio che ti produce, ti viene da grattarti che però alimenta l’infiammazione alla base del prurito.
Immaginiamo che la causa del problema dell’assenza di gratitudine sia una banale deprivazione di sonno, in altri termini soffri di insonnia e non dormi bene da giorni. Difficile essere di buon umore quando non dormi da giorni, giusto? Immaginiamo allora come in questo condizione sia facile provare gratitudine?
Ma tu sei uno che si impegna anche nelle condizioni più sfavorevoli, e allora cerchi di seguire i suggerimenti dei guru per stare meglio.
Il tuo coach ti ha detto di pensare ogni giorno a cosa sei grato. Ed ora sei lì che, con la tua mezz’ora di sonno disturbato, ti sforzi con tutto te stesso di eseguire l’esercizio di pensare delle cose verso le quali sei grato, ma guarda un pò, l’unica cosa che ti viene in mente è la lista delle persone che vorresti uccidere.
E questo perché stai confondendo OBIETTIVI con EFFETTI.
Hai il prurito e ti viene detto di grattarti e in questo modo aumenta il prurito.
Poi a un certo punto crolli, ti addormenti profondamente, ti riposi per benino e quando ti svegli…. puf…. ti senti grato verso l’universo !
La conseguenza di confondere gli effetti con gli obiettivi è quella di sbagliare l’ordine e la scelta dei fattori quando vuoi ottenere un risultato di operazioni non-commutative come la sottrazione e la divisione. Cos’è un’operazione non-commutativa? Facciamo un pò di ripasso delle elementari.
In un’operazione non-commutativa invertendo i fattori il risultato cambia, mentre rimane lo stesso per le operazioni commutative come moltiplicazione e addizione. Ecco un esempio di operazione non-commutative:
5-3= 2
3-5=-2
I fattori sono gli stessi, il risultato diverso invertendo l’ordine e applicando la stessa operazione.
Se poi i fattori sono anche sbagliati, il risultato non potrà che essere sballato ed è probabile che sia più di quello che volevi eliminare.
Volevi più gratitudine sei ancora più avvelenato.
Volevi più ricchezza ti ritrovi più povero.
Volevi più felicità ti ritrovi più infelice di prima.
Chi ti propone di aiutarti in uno di questi presunti risultati trattandoli come obiettivi diretti invece che come effetti, ti sta prendendo come un pesce con l’esca per poi arrostirti. Ti sta inducendo a invertire i fattori dell’operazione per ottenere un -2.
Ti deviano da te stesso e come se tu stessi facendo un ragionamento sull’ecologia e l’altro ti rispondesse come se fosse la risposta adeguata al tuo discorso:
‘Guarda! c’è un maiale che vola! Catturiamolo!’
Ma scusami ma se tu avessi gli strumenti per ragionare, ci sarebbe bisogno che arrivasse uno e ti dicesse su cosa concentrarti o saranno pure cazzi tuoi?
Mi inizierei a chiedere se fossi in te, se queste cose attecchissero nella tua mente:
“forse non ho gli strumenti di pensiero adeguati (che sto cercando di fornirti), oppure emotivamente non riesco ad accedere a questi strumenti di pensiero critico-costruttivo.“
Quindi poi se segui la formazione proposta in questo modo, non riuscirai a raggiungere i risultati sperati anche se ti danno informazioni buone, perché non sei in grado di pensare e stai facendo le cose corrette per il motivo sbagliato.
Diverso è se hai scelto tu nel tuo processo e nella tua fase evolutiva questo tipo di percorsi guidato da un desiderio da realizzare.
Un altro punto importante è che in ogni caso non si possono inseguire traguardi preconfezionati perché ognuno di noi è diverso.
Ogni lampadina ha un voltaggio, non è che una è meglio dell’altra, è la sua natura (artificiale), portarla sopra quel voltaggio la farà esplodere, e se volesse illuminare più di quanto gli è possibile, salterebbe.
Non siamo tutti divinità assolute, né dobbiamo esserlo o ci sia nulla di male nel non esserlo, non siamo persone che hanno poteri ultraterreni che dimostri di possedere attraverso il raggiungimento di questi obiettivi precostituiti imposti dall’alto e se non li hai sei una nullità.
Essere milionario, essere imprenditore seriale, essere un viveur etc. non definiscono il tuo valore come persona.
Devi scoprire, permettere senza ostacolare, la potenza e la natura della tua lampadina, non farla saltare per far illuminare stanze che non ti appartengono.
Ti spiego meglio perché è un errore confondere obiettivi con finalità.
Se hai visto QUO VADO di Checco Zalone ti ricorderai senz’altro la battuta iniziale del film dove Checco bambino dice che da grande vuole fare Il posto fisso.
Fa ridere, no?
Perché?
Perché è evidente che il posto fisso non è un desiderio collegato a chi sei, non è un’aspirazione.
Sarebbe come dire “non voglio fare niente nella vita, avere una vita facile e sicura, senza problemi” un sinonimo di comfort zone così come ti è stata propinata fino ad oggi prima che arrivassi io a spiegarti che non è così.
Eppure nel film viene mostrato come la lotta per il posto fisso diventi una sorta di espressione di valori, una difesa dei propri diritti, una lotta contro il sistema, paradossale si, ma diventa un modo per trasmettere un significato in un particolare stile di vita.
Ed è allora che emerge il messaggio collegato a chi sei.
Non bisognerebbe chiedere ai bambini “cosa vuoi fare da grande?” che sarebbe la forma che si assume attraverso un ruolo, che di per sé non vuol dire niente, ma “qual è il messaggio che ti piacerebbe portare nel mondo?” di cui il ruolo è un effetto, tra i tanti e disparati possibili che possono rispecchiare i tuoi talenti e predisposizioni meglio di altri.
Questo mi permette di fare un’altra osservazione di un’evidenza molto sottovalutata e poco presa in considerazione capace di fare una differenza enorme nella tua vita se colta:
Quando si ricercano attivamente e in modo diretto delle cose ti blocchi e non le ottieni.
Un esempio eclatante, per farti capire a cosa mi riferisco concretamente, è questa situazione che ti sarà capitata di sicuro:
Quando provi a ricordare qualcosa volontariamente non ci riesci, appena smetti di provare a ricordarla ti torna in mente.
Quando vogliamo raggiungere A dobbiamo puntare a B
in cui B è concentrarti sull’osservazione e la manifestazione di te stesso.
Creare il terreno fertile nel quale puoi germogliare sicuro, protetto, forte e vitale. La pianta crescerà a quel punto da sé senza dirgli che pianta dovrebbe essere.
Ma allora perché ti senti così orientato verso questi presunti obiettivi propinati dai guru tanto da starci male se non li raggiungi?
- chi lo afferma pare avere una autorità
- perché viene presentato come un obbligo inseguire queste cose
- perché rappresentano delle condizioni desiderabili con evidenti vantaggi concreti
- ti viene detto che sono le cose giuste da seguire, chi vuole fare le cose sbagliate o considerate tali?
- Per non sentirti escluso, chi non insegue queste cose viene visto male o perlomeno rischia di essere visto come un “perdente” se non le possiede e trattato da emarginato
- alla mente razionale sembra una cosa lineare e logica (se funzionassimo come esseri razionali quali non siamo).
Sembra allora che le strade siano quella di lottare per raggiungere questi presunti obiettivi in modo diretto, oppure fingere e simulare di averli raggiunti, basta vedere le persone che conducono uno stile di vita superiore alle loro possibilità o a chi mostra un’immagine di sé diversa da quella reale offline e online.
In conclusione quello che andrebbe fatto è imparare a riordinare la sequenza delle cose da fare, le priorità e le azioni da perseguire perché:
“C’è solo una cosa peggiore del non avere ciò che si vuole, e cioè arrivare ad averlo.”
SLAVOJ ŽIŽEK
Questo perché la via del benessere non è punteggiata da “avere” ma da “essere” e non c’è nulla di più gratificante di essere chi sei, la più lontana tra le cose proposte in questa società al di là dell’ipocrisia della folta schiera di chi parla apparentemente bene e razzola male.
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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