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Mindset come molti altri termini americaneggianti o British ha raggiunto la bocca di tante persone anche fuori dall’ambito della crescita personale e della Psicologia.
Il milanese imbruttito ci si riempie la bocca quasi ogni giorno costruendo interi periodi con termini anglofoni 🙂
Recentemente ha anche scatenato ilarità la proposta che il deputato Fabio Rampelli ha proposto in un ddl contro le parole inglesi a tutela della lingua italiana. Milano risulterebbe distrutta da questa proposta 🙂
Ma cosa diavolo sarebbe poi sto MINDSET ?! (Figa !)
Il termine Mindset sarebbe un sinonimo di mentalità, se non fosse per il fatto che viene usato nello specifico per riferirsi alle convinzioni e alle credenze che una persona ha nei confronti dei risultati da raggiungere nella sua vita.
Queste convinzioni influenzeranno in modo importante l’atteggiamento della persona nei confronti dei risultati nella sua vita e del suo comportamento teso al raggiungimento degli stessi.
Da cosa nasce l’esigenza di parlare di MINDSET?
Come abbiamo ora capito, il termine Mindset è strettamente legato al concetto di risultati.
In una cultura che mette in primo piano i risultati che una persona ottiene per qualificarne il suo valore, proprio sulla base della quantità e qualità dei risultati raggiunti, capire cosa c’è dietro una persona che raggiunge tanti risultati rispetto ad una che non combina una mazza, diventa oggetto di studio primariamente importante.
L’aspetto spesso cancellato e omesso del discorso sui risultati è che si dà praticamente per scontato che i risultati, lungi dall’essere soggettivi e personali, sono risultati ben specifici che andrebbero raggiunti:
I risultati che sono importanti per la società, per lo più legati all’acquisizione di potere.
A nessuno interesserà quanto ti ha dato gusto costruire il tuo modellino di macchina Alfa Romeo decappottabile vintage, che non verrà affatto considerato un risultato ne da te ne dagli altri.
A meno che non ti abbia portato a vincere un trofeo nell’ambito del modellismo, che in qualche modo sia salito alla ribalta dell’attenzione dei media o venga apprezzato da una nicchia di persone che ne valutano l’importanza.
Al di là delle conseguenze più pratiche, non raggiungere risultati considerati significativi per l’attuale società, comporta conseguenze psicologiche piuttosto importanti.
Più che conseguenze direi punizioni sociali:
scherno ed esclusione sociale, discesa nella scala della percezione di status e conseguente trattamento di declassamento.
La sensazione è quella di essere un soggetto di serie B o C o Z, con minori diritti di esistenza, indegno di poter accedere ad emozioni gratificanti e alla soddisfazione personale.
Ma soprattutto auto-flagellazione interna sotto forma di sentimenti di inadeguatezza, aspra critica, severa auto-condanna e umiliazione.
E’ un pò come se si fosse dentro una setta che obbligasse ad auto-frustarsi in caso in cui si violasse qualche regola di condotta, come accade nella serie SERVANT.
Queste punizioni possono essere agite anche a livelli molto sottili nella comunicazione con gli altri sia personale che pubblica.
Pensiamo, ad esempio, a quando, durante la pandemia, gli operatori sanitari sono stati considerati eroi.
Approvati perchè rischiavano la vita, come se tutti lo facessero volontariamente con gioia, invece di sentirsi costretti moralmente e contrattualmente, per evitare di essere disprezzati se avessero avuto paura e si fossero tirati indietro.
O eroi o codardi disertori….
Da questo punto di vista, il MINDSET non può essere ridotto ad una serie di convinzioni sfuse e meccaniche che una persona può o meno acquisire o aver acquisito, come vedo viene professato in giro, ma bensì come una proprietà emergente generata da una specifica cultura, quella che è stata definita la cultura della performance.
A questa tipologia di società si assocerà un’intera semantica e narrativa che i soggetti tenderanno ad apprendere, per lo più a pappacazzo.
(nota su pappacazzo: questo neologismo è una mia creazione estemporanea e libera che unisce i termini pappagallo e cazzo, se non l’avessi capito, il cui significato è quello di fare una cosa per pessima imitazione. Direi che ho ottenuto un risultato esaltante, non credi? ahahah).
Termini ed espressioni come “obiettivo”, “sfida”, “opportunità”, “andare oltre i limiti”, “uscire dalla comfort zone” etc. non sono altro che la manifestazione di una cornice di significato che appartiene a questa narrazione, di cui possono “giovare” coloro a cui quell’abito sta bene addosso.
Da questo punto di vista l’acquisizione di sto benedetto MINDSET può diventare il miraggio, l’ancora di salvezza, per non essere schiacciati dalla devastante pressione sociale che ogni giorno tenta di devastare i poveri abitanti di questo pianeta.
“Guarda! La salvezza è nelle tue mani, basta che sviluppi il tuo mindset e non ti succederà niente di male, tutto andrà bene. Se non lo apprendi però sei tu il colpevole. Noi te l’abbiamo detto“
Non solo MINDSET diventa un oggetto reificato, una verità, cioè è così che si pensa correttamente, non in un altro modo, ma anche qualcosa che puoi comprare, un oggetto.
Non un abito mentale che può andare bene per qualcuno in qualche circostanza, ma L’ABITO MENTALE per eccellenza.
Chi non ha quel modo di pensare, ragionare e soprattutto credere, non solo sbaglia, ma è un essere inferiore, mediocre e indegno di rispetto, ammirazione e stima.
Sarà forse anche per questo che un anti-eroe come il Drugo, ha reso cult il film IL GRANDE LEBOWNSKY.
Il Drugo è un uomo che non ha interesse a creare nulla. Non gli interessa diventare ricco, non gli interessa far esplodere il suo potenziale, non gli interessa l’approvazione altrui.
Non è vittima della cultura dominante.
Vive ed è felice della sua vita. Non ha attaccamento al risultato, ha solo interesse a ripristinare la sua comfort zone.
Ed è quando questa viene minacciata che lui si mette in moto.
Un pò come Checco Zalone nel film ‘il posto fisso’ quando vogliono togliergli il posto fisso, appunto.
Nel 2008 il film IL GRANDE LEBOWNSKY è stato inserito al quarantatreesimo posto tra i 500 migliori film della storia secondo Empire.
Ma non a caso alla sua uscita, il film venne accolto tiepidamente sia dal pubblico che dalla critica. Le cose di valore molte volte non hanno un impatto immediato. Soprattutto se non è stato creato un terreno comodo per l’accoglienza precedentemente ….
Il vero MINDEST si chiama MENTALITA’ ed è per questo che con questo nome ho battezzato la gemma più importante tra le 6 gemme della comfort zone indicate nel mio libro.
Un MINDSET efficace deve metterti in condizione di dare il meglio di te senza forzarti. Se non lo fa, se ti mette a disagio, è sbagliato. Punto.
Il Mindset che dovrebbe interessarti è più vicino ad una meta-cognizione o meta-mentalità. Il poter ragionare sul cosa e come si pensa e si osserva la realtà.
Prima tra tutte quella tra inventori e scopritori.
Gli inventori considerano il loro modo di vedere un punto di vista che può essere modificato.
Gli scopritori credono di aver scoperto la verità e che ciò che vedono sia la cosa giusta.
E’ molto probabile che coloro che possiedono il mindset fixed, appartengano alla categoria degli scopritori, vedendo la realtà come immodificabile.
Dobbiamo dire che la mentalità è frutto di un’educazione prolungata nel tempo. Non è una roba che installi nella mente in un weekend.
Non si apprende in modo cognitivo e razionale, ma va sentita e interiorizzata a livello inconscio.
E’ il prodotto di quella che viene chiamata educazione nel significato nobile del termine, non nel senso di sottomesso, ubbidiente, schiavo, conformato e uniformato al sistema.
La vera educazione ti insegna come pensare, non cosa pensare.
Alcune domande che puoi porti per identificare se ti stai auto-ingannanando e sei vittima del lato oscuro del mindset sono:
- Continuerei a fare quello che faccio se venissi disapprovato socialmente? Qualsiasi sia la risposta, motiva il perchè.
- Continuerei a fare quello che faccio se avessi un modo più facile di fare soldi? Qualsiasi sia la risposta, motiva il perchè.
- Quanto temo la possibilità che i risultati che perseguo non si realizzino? Cosa significherebbe per me? Qualsiasi sia la risposta, motiva il perchè.
Queste domande ti aprono le porte alla strada maestra della realizzazione personale: la VALIDITA’. Stai validando te stesso e questo ti rende veramente inarrestabile.
Questo perchè stai accedendo alle premesse del tuo modo di vedere le cose, per poterle revisionare invece che dare per scontato e subirne così il controllo.
Se non sai come rispondere e non sai come porre rimedio, sai che sei vittima del lato oscuro del mindset.
E non è certo un tema che si liquida con un articolo.
Mindset e Mentalità nella Coaching Psychology
Uno spettacolo teatrale drammatico, molto forte, che ha girato il globo, mette in evidenza proprio l’aspetto drammatico del farcela a tutti i costi, corrompendo la propria anima pur di accedere al “successo” che questa società riconosce come tale rispetto agli standard che impone.
Parlo di “LA MERDA“, ed ecco una clip dove Cristian Cerasoli autore del testo, racconta cosa ha voluto trasmettere attraverso questa opera (che io ho anche visto a teatro :-)):
Il vero risultato da perseguire rispetto al proprio Mindset è L’EMANCIPAZIONE SOCIALE che è l’equivalente di togliersi ventimila chili di zavorre da dosso e poter veramente andare dove vuoi tu, con tutta la spontaneità di questo mondo, libero di essere.
Che non significa stravolgere la propria vita, delle volte significa solo poterla finalmente apprezzare.
Anche se gli altri potrebbero non accorgersene di quanto stai bene e di cosa stai facendo.
Condividi pure le tue riflessioni sul tema e…….
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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