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collegamento rapido alle interviste:
In questo articolo vi presento un’intervista doppia con i leader delle band The Travel mates e Sherpa per scoprire insieme il loro cammino di evoluzione e il loro messaggio artistico.
Proprio ieri è uscito il nuovo libro SCRIVERE FA BENE, della collana che dirigo BINARIO | Libri X Evolversi, scritto da Giada Cipolletta, con all’interno un mio capitolo dove parlo anche un pochino della scrittura creativa applicata alla composizione musicale in relazione al benessere.
Nella mia missione personale sicuramente occupa un posto di rilievo il supporto, il sostegno, la facilitazione, la guida per l’espressione del talento, che se poi è artistico, in senso stretto, è ancora più centrale per me.
Ho una forte componente valoriale legata al concetto di meritocrazia (questa sconosciuta) e poter dare uno spazio a chi merita mi rende molto felice.
L’anima dell’artista è qualcosa che va protetta in questo mondo spesso privo di sensibilità. Non sto dicendo che non c’è sensibilità in assoluto, sia chiaro, ma sarebbe bello risvegliarla sempre di più, soprattutto incentivare una maggiore cultura dell’arte che manca assai, sempre di più.
In ogni epoca storica gli artisti hanno faticato, spesso per essere scoperti e apprezzati dopo la loro scomparsa e se il successo è arrivato in vita, fatiche e sofferenze, sempre enormi, di altro genere li hanno accompagnati. Potrei fare milioni di esempi (ma non li faccio).
Come diceva l’uomo ragno:
“A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità”
Di fronte ad un pubblico che vuole avidamente consumare e possedere, se non succhiare vampiricamente, l’energia creativa di cui molte volte non capisce nemmeno veramente la bellezza.
Ho avuto la fortuna e il piacere di incrociare sul mio cammino e di poter supportare tanti artisti veramente in gamba di tutti i livelli per farli entrare nella loro Comfort Zone artistica.
Credo che al di là della fortuna, sia anche un fatto di affinità, difficilmente si può comprendere per quanto uno possa aver studiato, ciò che non si è. Forse sono una specie di Yoda per gli artisti ahah
Oggi ti voglio parlare di due artisti a cui sono particolarmente affezionato e felice di poterti presentare i loro lavori.
Sto parlando dei due leader delle rispettive band, i cui nomi curiosamente fanno entrambi riferimento al viaggio:
THE TRAVEL MATES e SHERPA
Forse anche per questo inconsciamente mi è venuto in mente di metterli insieme in questo articolo, lo sto pensando proprio ora mentre lo scrivo. Fico, no?
Entrambi dotati di un animo nobile e puro e di grande ispirazione e creatività.
Ho fatto le stesse domande a entrambi i ragazzi ed ecco cosa mi hanno risposto in questa specie di intervista doppia 🙂
MATTEO DOSSENA – SHERPA
Partiamo con Matteo Dossena, un simpaticissimo e brillante ragazzo un mix unico tra cui ingredienti abbiamo Kurt Cobain-psichedelico-un-po-Nerd 🙂
Matteo, ha 31 anni e compone brani originali dall’età di 6 anni.
Ha iniziato con una chitarra classica ed un piccolo registratore a cassette fino ad arrivare ad oggi, con la sua band SHERPA di cui è il compositore, cantante e chitarrista, con 3 dischi pubblicati in Vinile e Cd attraverso etichette discografiche italiane e tedesche.
Nel 2017 hanno avuto l’onore di collaborare con Cristina Donà sia dal vivo che in studio, mentre l’anno scorso sono stati invitati in uno dei festival di musica stoner/psychedelia/alternative più grandi e storici d’Europa, il Roadburn Festival e contestualmente hanno avuto la loro prima esperienza di tournè tra nord italia ed europa.
Inoltre insieme ad un componente della band sta per dare vita una piccola etichetta discografica, principalmente per pubblicare i loro progetti paralleli.
Dice Matteo:
“Per me la composizione artistica e musicale è una prerogativa della mia esistenza, quel filo che mi mantiene attaccato indissolubilmente alla mia persona e alla mia identità, qualcosa che nessuno potrà mai portarmi via”
In che modo lavorare su te stesso (che con me diventa giocare su te stesso) ha influenzato direttamente e indirettamente la tua evoluzione artistica (in positivo)?
Lavorare su me stesso mi ha aiutato sicuramente nell’acquisire sicurezza nelle mie capacità e avere il coraggio e la giusta leggerezza nel presentarmi al mondo come artista;
vivendo in un epoca come la nostra tendiamo spesso a mitizzare fenomeni da baraccone, come quelli che vediamo nei talent e nei reality, mentre gli artisti, sopratutto quelli più sconosciuti, nascosti e schivi sono additati come fannulloni e persone con scarsa voglia di lavorare…gli artisti sono anime sensibili, sono persone che sentono una spinta da dentro e trovano un canale per creare suoni, immagini, forme e linguaggi che fino ad un secondo prima non esistevano.
Credo che tutto ciò vada preservato e protetto, ma ovviamente per prima cosa bisogna imparare a proteggersi da soli, bisogna imparare a schermarsi da una società sempre più aggressiva e disattenta.
Il percorso di lavoro su me stesso mi anche aiutato a sentirmi il vero protagonista della mia arte… ci immaginiamo gli artisti come personalità narcisistiche ed egocentriche, in parte è così, ma tendenzialmente siamo anche assaltati da insicurezze;
in passato lasciavo correre tanti aspetti, delegavo per paura di assumermi la responabilità di una scelta; ora mi sento più forte e conscio che quello che scelgo è ciò che reputo meglio per me.
Quali fattori hanno secondo te reso possibile questo processo?
Uno dei fattori che hanno reso possibile questo processo sicuramente è stata la mia volontà di affrontarlo, prendere coscienza dell’uomo adulto che sono; ed in questo sono stato fortunato nell’incontrare il Dr Gerboni [cioè l’intervistatore ahah].
Grazie a lui spesso riuscivo a ricentrare il focus del mio problema ed essere in grado di risolverlo, di crearmi uno schema da seguire nella mia testa, di avere una exit strategy.
Ma il fattore più importante, a mio avviso, è quello di mettersi in gioco, di mettersi sempre in discussione, di essere curiosi, di indagarsi; in qualità di persona creativa mi affascina l’idea che tutto possa mutare, che i miei pensieri e le mie considerazioni possano cambiare, e sfruttare tutto questo a mio vantaggio, traendo spunti , stimoli, energie per trasferirle nei miei suoni e nelle parole.
Cosa consiglieresti agli artisti o potenziali artisti sia rispetto al loro percorso artistico che di sviluppo personale?
A tutti coloro che sentono di avere una forte componente creativa consiglio di mostrarla, di non nasconderla; e di non nascondere a nessuno ciò che siamo, dire al mondo che siamo artisti, siamo le persone che traducono le sensazioni in qualcosa di tangibile che gli altri possono toccare, osservare e ascoltare, non sono doti casuali.
Per conoscere e ascoltare gli SHERPA ecco i link della BAND:
CHRISTIAN TUCCI – THE TRAVEL MATES
Christian Tucci è un super ragazzone che sembra uscito da Baywatch, dalla sensibilità unica e dal grande talento artistico.
Con la sua band sono stati da poco selezionati per salire sull’importante palco dell’Arezzo Wave nel mese di Novembre 2020. I testi sono in lingua inglese con l’obiettivo di portare un genere musicale un po’ spensierato e tanto da viaggio anche in terra italiana.
“Se penso alla band come strumento per divulgare pensieri sotto forma di musica, di arte, il primo messaggio che mi viene in mente è il messaggio che la band stessa tenta di diffondere. La sintonia tra l’uomo, come essere sia fisico che metafisico, con tutto quello che la natura stessa, continuamente, senza rendercene conto, ci mette sotto gli occhi. Di come l’uomo può farsi forza in un mondo frenetico, governato da ritmi isterici e dal suono di mille clacson di auto che sfrecciano impazzite sulle stesse strade costruite dalla nostra specie”
L’invito di Christian è quello di fermarsi a respirare dando meno valore a distese interminabili di cemento e perdendosi, invece, nella meravigliosa vista del mare, del cielo, di un bosco e di tutto quello che il cambio di ogni stagione porta su questa terra e di conseguenza in noi (che in parte è un po’ il messaggio specifico di Like a river, un nostro brano)
Aumentare questa consapevolezza lasciando entrare passo dopo passo la natura dentro il nostro spirito, aumentando il rispetto che le dobbiamo e magari pensare che le relazioni tra gli uomini possono trarre forza ed energie positive da questo rapporto intimo, con il mondo naturale, che forse tutti noi dovremmo tornare a scoprire.
L’invito è quello di ascoltare la musica dei The Travel Mates e lasciarsi trasportare da questa atmosfera di viaggio che lasciamo nelle canzoni, magari potrebbe davvero ispirare a staccare la spina e prendere un volo per nuove destinazioni.
In che modo lavorare su te stesso (che con me diventa giocare su te stesso) ha influenzato direttamente e indirettamente la tua evoluzione artistica (in positivo)?
Per un artista lavorare sulla propria crescita più che un lavoro è un esperienza, perché da questo processo nascono tante nuove strade tra le quali la possibilità di evolvere anche sotto un profilo artistico, diventa una simbiosi con quella che la vita di tutti i giorni è.
Un esempio che mi viene da fare è quello di un uomo che come idea ha quella di visitare un posto da sempre, si fossilizza talmente tanto su quella destinazione da non vivere le quotidiane esperienze che magari potrebbero dirottarlo verso nuove mete ancora più belle, verso anche nuove passioni.
Abbiamo un sogno, ma questo sogno possiamo realizzarlo nel posto dove la vita potrebbe portarci e magari con la persona che la vita, improvvisamente, ci fa incontrare in un mix di forti sensazioni, ma per arrivare a tutto questo bisogna farsi trovare pronti, magari smettere di pensare a quella persona che tanto ci ha fatto soffrire, magari i nostri sentimenti per lei sono morti già da tanto ma continuiamo a volerci rimanere legati anche contro la nostra natura.
Stessa cosa per i luoghi, magari leggendo un libro a 40, 50 o 60 anni nasce l’idea di una nuova meta, ci dimentichiamo dell’America e scoprimao l’Africa.
La crescita personale serve a tutto questo, serve anche a non rimanere bloccati sul passato se quel passato, oggi, ci rende meno felici.
Tonando sull’aspetto artistico, un musicista con una mente aperta si avvicina a nuovi generi che gli permettono di diversificare le sue creazioni, i suoi album i suoi live, ma anche qui, devi farti trovare pronto a quei cambiamenti
Credo questo sia valido un po’ per tutto il mondo dell’arte.
Cosa sarebbe mancato se non lo avessi fatto?
Probabilmente sarei rimasto fermo nella vecchia concezione dove tutto nella musica deve essere creato nella perfezione e per attendere quel momento, che diciamoci la verità, per nessun artista arriverà mai, ti giochi diverse opportunità.
Se invece si esce da quell’idea, poi arrivi anche ad innamorarti delle tue imperfezioni , musicali in questo caso, e la tua imperfezione diventa una tratto distintivo, una cosa che ti fa sorridere e ti rende unico.
Una volta leggevo un articolo, si trattava di un’intervista ad Ed Sheeran dove disse chiaro e tondo di scrivere tanto, scrivere e registrare tutto quello che puoi, canzoni che poi magari non ti piaceranno nemmeno più, ma che ti serviranno per dare vita ad altre che poi amerai…
Nella musica bisogna lanciarsi evitando di rimanere chiusi nelle cantine con la tua fender o gibson che sia, il tuo microfono ed i tuoi 4 amici, i messaggi vanno divulgati senza timore, chi sarà in grado saprà cogliere, di tutti gli altri fottitene e se male che va realizzerai ben poco, non potrai mai dirti tra 20, 30, 40 anni, di non averci provato.
Quali fattori hanno reso secondo te possibile questo processo?
Sicuramente il rendersi più disponibili verso se stessi e meno severi con se stessi, se si entra in questa ottica, l’apertura viene da se.
È una fase importante della vita sul quale lavorare, spesso può volerci tempo ma non importa, spesso i progressi si celano anche dietro piccole conquiste.
Cosa consiglieresti agli artisti o potenziali artisti sia rispetto al loro percorso artistico che di sviluppo personale?
Mi sento di consigliare, anche se può sembrare banale e scontato, ma in realtà non lo è assolutamente, di ascoltare la propria vocazione artistica e di conseguenza assecondarla, anche se prima d’ora non ha avuto mai a che fare con la musica o con qualsiasi forma artistica.
Come detto già precedentemente, reputo fondamentale spendere energie per tentare nella migliore riuscita ma senza lasciarsi inghiottire dalla trappola del “tutto deve essere perfetto altrimenti non combinero’ mai nulla” in quel modo c’è il rischio che a parlare sia l’insicurezza e non quello che realmente di buono c’è dentro.
Consiglio anche di viaggiare, quanto più si può, il viaggio costituisce un importante fattore di ispirazione, portate un diario, scrivete le vostre impressioni e sensazioni, quando sentite il bisogno imbracciate sempre il vostro strumento, la vostra penna o quant’altro, sia durante il viaggio o una volta tornati a casa, per esperienza posso dire che le piu belle canzoni, per me, sono nate esattamente dal nulla…
Ed infine non fossilizzatevi, apritevi a nuovi generi, nuovi scenari, tutto può tornare utile anche nella vita di tutti i giorni, torno a ripetermi, è una simbiosi.
Ti invito ad ascoltare la musica dei TRAVEL MATES e lasciarsi trasportare da questa atmosfera di viaggio che lasciano nelle canzoni, magari potrebbe davvero ispirare a staccare la spina prendere un volo per nuove destinazioni. Ecco alcuni link dove poterli trovare:
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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