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Non chiederti perché la gente diventa pazza, chiediti perché non lo diventa. Davanti a tutto quello che possiamo perdere in un giorno, in un istante, è meglio chiedersi che cos’è che ti fa restare intero.
(Meredith Grey)
Alla faccia della dottoressa Grey, noi oggi ci chiediamo cosa ci fa diventare pazzi 🙂 ne approfitto per dire che il termine pazzo può avere due accezioni: una è persona non connessa con la realtà condivisa oppure persona perfettamente sana a dispetto delle persone iper-adattate e conformi alla realtà condivisa.
In verità non ci stiamo chiedendo come si diventa pazzi, ma come si generano quelle ferite dalle quali scaturiscono le diverse reazioni tra cui le forme di pazzia sopracitate.
Però poi mi chiedo: Ma come!!! Non mi dire che eri rimasto solo ad una modalità per sviluppare problemi psicologici?! Sei ancora alla ricerca del tuo TRAUMA originario?!
Sono invece state osservate ben 4 tipologie di esperienze precoci che conducono allo sviluppo di disturbi psicologici. Questo non vuol dire che se le hai vissute hai sicuramente un disturbo, ma che se hai un disturbo hai vissuto una o più di queste esperienze.
Altri fattori che intervengono nel predisporre nei confronti di un disturbo psicologico, oltre alle specifiche esperienze precoci di cui parleremo, includono il proprio temperamento innato e il contesto culturale. L’interazione tra questi fattori darà forma a problemi ma potrebbe anche dar luce allo sviluppo di risorse speciali.
Che poi è l’abilità fondamentale che dovrebbe acquisire una persona adulta sana:
trasformare difficoltà e problemi in risorse. Spesso è proprio da quelli più grossi che si ricavano, come reazione uguale e contraria, le maggiori ricompense, ma solo in base a come vengono gestite, altrimenti si rivelano catastrofi e basta.
Importante sottolineare come queste esperienze non conducono direttamente al disturbo. In alcuni casi il disturbo sarebbe, per così dire, latente fino a quando non si venissero a presentare le condizioni necessarie ad innescarlo.
Per esempio, un attaccamento insicuro nei confronti dei propri genitori, potrebbe esprimersi in un’incapacità genitoriale nello sviluppare un legame con il proprio bambino. il copione genitoriale disfunzionale si attiverebbe nel momento in cui si diventa genitori.
Prima di andare nel panico, la buona notizia è che oggi si è in grado di intervenire con successo anche sulle carenze precoci in modo da ripararle e recuperale.
Prima di parlare di queste 4 strade aggiungo una cosa a mio avviso importante. Molte delle moderne psicoterapie considerate erronemanete “sintomatologiche” specie perchè brevi come ad esempio la Terapia Breve Strategica, uno degli approcci nel quale sono specializzato, in realtà individuano come “angolo di attacco” dei disturbi psicologici quelli che io considero problematiche di II livello, ovvero quei problemi che avrebbero dovuto essere le soluzioni del problema originario ma che ne rappresentano una sovrastruttura, nel migliore dei casi, compensativa. Delle volte basta intervenire su queste per sbloccare definitivamente la situazione, ma quando abbiamo una lunga storia di esperienze delle tipologie che verranno descritte, risulta molto più efficace lavorare (anche) su altri livelli.
Ma Andiamo a vedere quindi quali sono queste 4 tipologie di esperienze:
#1 FRUSTRAZIONE TOSSICA DEI BISOGNI
In questo caso il nostro pargolo ha avuto “troppo poco di qualcosa di buono” dai caregiver (generalmente i genitori), ovvero poca stabilità, poca sicurezza, poca comprensione e amore. Questa mancanza diventa permanente nella mente del bambino.
Per approfondire puoi leggere il mio articolo BULIMIA e altri TERRIBILI DANNI della TRASCURATEZZA subita nell’INFANZIA dove parlo del fenomeno del NEGLECT.
#2 TRAUMATIZZAZIONE
Questa è quella facile che conoscono tutti. Può essere un evento singolo o ripetuto di abuso, un evento emotivamente scioccante e che rappresenta una minaccia alla vita. Può anche lasciare segni visibili sulla persona e rappresentare un radicale cambiamento nella vita della persona. Il bambino è stato minacciato o vittimizzato sviluppando così una emotività legata al senso di pericolo, dolore o senso di minaccia. Il senso di stabilità e sicurezza viene destrutturato portando ad ipervigilanza, ansia, mancanza di speranza e sfiducia.
#3 IPERACCUDIMENTO
I genitori in questo caso forniscono “troppo di una cosa buona”. In questo modo, ciò che fornito con moderazione sarebbe nutriente, diventa velenoso. I genitori possono iperproteggere il figlio oppure concedergli troppa libertà e autonomia. Nel linguaggio comune si potrebbe parlare di un bambino “viziato”. Solitamente ciò che viene a presentarsi è una mancanza di autonomia o, nel secondo caso, assenza del senso del limite e grandiosità (spesso collegato al narcisismo).
#4 APPRENDIMENTO DISFUNZIONALE DA OSSERVAZIONE
In questo caso il bambino acquisisce apprendimenti patologici dall’ambiente circostante, dalle persone che osserva e che sono significative per lui. Ad esempio, una giovane ragazza cresciuta da una mamma ipervigilante ed eccessivamente ansiosa, anche se questi comportamenti non siano rivolti direttamente verso di lei, può imparare in modo indiretto che il mondo è pericoloso o ingestibile. Viene a mancare una base sicura perchè è il genitore che si sente insicuro.
Per prevenire molte di queste esperienze descritte ho creato LA PETIZIONE per introdurre LA PATENTE DEL GENITORE che puoi approfondire nel mio articolo LA PATENTE DEL GENITORE: 7 ragioni che ti spiegano perché dovresti FIRMARLA anche tu
all’interno del quale troverai il link per firmare la vera e propria petizione 🙂
Bene attendo i tuoi commenti ed osservazioni e come sempre 🙂
stay cushy, not pushy !
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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