condividi su:
Lifelong consultancy in breve: Io sono dipendete dal mio fisioterapista, nel senso che ci vado con continuità a prescindere dal fatto che mi senta bene o mi senta male.
Ma non solo. Sono dipendente dai miei supervisiori, maestri, mentori etc. con i quali mi consulto a prescindere che io presuma di fare bene o fare male.
Quando si verifica qualcosa di inaspettato, nuovo o problematico, so subito a chi rivolgermi per consultarmi, con qualcuno che mi conosce con cui ho già un rapporto.
Per quanto mi riguarda, questo scambio è in sè, un’esperienza costruttiva e significativa che appartiene alla mia vita come mangiare, dormire e scherzare con gli amici.
Il vero problema è trovarle queste persone, e avere l’abilità e i requisiti per entrare nelle loro grazie sulla base di una affinità di visione. Questa ricerca vale assolutamente la pena e sempre di più sarà la regola nella società ipercomplessa nella quale viviamo.
Per fortuna questi maestri sono stati condensati anche sotto forma cartacea, i cosiddetti libri (anche video corsi), che rendono disponibile la loro saggezza in forma condensata. Non è certo la stessa cosa di un rapporto personale, ma è senz’altro una grande cosa, ed è uno dei progressi più importanti della nostra civiltà.
Uno dei pregiudizi/paure di vecchia data, rispetto all’idea di svolgere percorsi psicologici è quello del rischio di sviluppare dipendenza dal percorso stesso.
Le origini di questa paura nascono come sempre da alcuni principi distorti del modello psicanalitico e dalla sua cattiva applicazione.
Però ora voglio fare un salto ulteriore in questo articolo.
Nella nostra cultura è ancora poco affermata, se non per nulla, la concezione secondo la quale seguire un percorso non è un qualcosa da fare in presenza di un problema, ancora peggio se acuto, ma proprio per prevenirlo e, ancora meglio, per evolvere a prescindere dalla dimensione problematica.
Per il sano bisogno fisiologico di evolvere insito nella nostra natura umana.
Chiaro che se non lo soddisfi diventa anche un problema ed i sintomi possono segnalare proprio l’assenza di evoluzione personale.
Così come il concetto di educazione permanente, la Lifelong Learning, introduco, forse per primo, il concetto di consulenza permanente, che potremmo chiamare Lifelong consultancy.
La dominanza della cultura medica di stampo occidentale e basata proprio sull’intervento sul dolore acuto manifestato, per eliminarlo.
L’intervento stesso viene visto come una sgradevole necessità, di cui non si vede l’ora che giunga al termine con esito positivo. L’esito positivo coincide con la presunta eliminazione della problematica.
E’ per questo che non approvo la medicalizzazione della professione di psicologo, perchè rimanda a questa logica e mentalità (tra le altre cose).
Questa fase è senz’altro una delle parti di un intervento specialistico e quella da effettuare nelle casistiche mediche di manifestazione patologica acuta appunto, ma la più sopravvalutata e quasi considerata unica, anche se l’obiettivo dovrebbe essere evitarla il più possibile, non arrivarci. Sono certo che su questo sarai d’accordo con me.
Ma non si evita pregando o sperando o facendo ricerche su internet per rassicurarsi.
La prevenzione oggi viene considerata come qualcosa da svolgere in autonomia, al limite leggo due cose qua e là e poi le metto in atto senza essere seguito da nessuno.
mangio sano, seguo delle prassi igieniche, faccio sport.
Ma leggere e informarsi è il pre-requisito per essere seguiti da uno specialista, per comprendere l’intervento per quello che ti compete e ti è utile sapere.
In molti casi è un modo di procedere scorretto il fai-da-te dopo una lettura o un video tutorial.
Se vedi degli esercizi fatti da un personal trainer e li provi a casa da solo, potresti farti del male con una conseguenza che si manifesta in seguito. Facendo così si finisce per fare molto peggio di non fare niente.
Ma esistono opzioni migliori.
Il migliore percorso è quello che viene iniziato e portato avanti quando stai “bene”.
Da una parte ti allontana dal rischio di problematiche, dall’altro ti conduce ad una costante crescita ed ad un progressivo incremento di benessere.
Il nostro organismo ha bisogno di costante manutenzione per mantenere i suoi organi ad un livello di efficienza ottimale.
Il cervello è il principale organo di cui occuparsi della manutenzione, della rigenerazione e del potenziamento anche perchè è il boss di tutto il resto.
Con manutenzione, rigenerazione e potenziamento non mi riferisco a ricordarsi di fare le parole crociate, a o cose tipo brain training per mantenere giovane la mente quando sei in pensione e ti annoi senza attività da fare.
Acquisire e sviluppare mentalità, atteggiamenti, prospettive, intelligenze, abitudini evolute è e sarà sempre più evidente, necessario per nutrire la propria vita così come elaborare. L’unione di menti è veramente efficiente attraverso la lifelong consultancy.
Oggi, quando una persona si rivolge ad un professionista, nella maggior parte dei casi lo fa perchè il suo sistema compensativo è collassato.
Ha retto per anni, senza manifestare nulla, e poi è giunto al crollo.
Ma parliamo di questo “Nulla”.
Nulla sono i segnali di cui:
· non hai percepito la presenza
· non hai collegato con l’effetto, con il processo in corso che indicavano, non sapendo leggerne il significato
Potremmo parlare di analfabetismo percettivo/sensoriale/emotivo
Ecco perchè l’ipocondria è una sorta di allarmismo rispetto a pericoli e minacce di cui sei venuto a conoscenza ma con le quali non ti sai rapportare a causa dell’analfabetismo percettivo/sensoriale.
Non è colpa tua, ti viene nominato un pericolo terribile in TV ma non ti viene insegnato ad affrontarlo.
In questa condizione, vivere il proprio corpo equivale a vivere chiusi dentro una stanza buia dove da un momento all’altro puoi essere aggredito ma non sai da chi, che cosa, come, perchè e allora sbracci alla rinfusa con le antenne drizzate in uno stato di perenne allerta da combattimento. Da film horror insomma.
La maggior parte delle problematiche fisioterapiche nascono in assenza di allarmismi.
Raramente qualcuno ti terrorizza dicendo:
“Guarda che se giochi a calcetto senza fare un buon riscaldamento prima di cominciare e dopo la partita non fai defaticamento e decontrazione muscolare, a 40 anni non ti alzerai dal letto e sarai pieno di dolori costanti che ti renderanno la vita un inferno, sarai dipendente dagli anti-dolorifici come Dr House“.
A parte che se leggi questa cosa, non terrorizza affatto. Da giovane probabilmente liquideresti la cosa con “ma che me ne frega, che palle” (sempre se è entrata nelle orecchie).
Per questo non hai sentito “nulla“, nessun dolore preoccupante, ti sei storto la caviglia almeno 50 volte, ma poi tornava “normale”. Qualche acciacco qua e là, ma poi passava.
Poi, verso i 35-40 anni, il sistema inizia a cedere, non recupera più, ed ecco che ti ritrovi costretto a rivolgerti ad un fisioterapista per il mal di schiena, la cervicale, problemi di postura etc.
Semplicemente hai messo sotto sforzo il tuo corpo che ha retto finchè ha potuto attraverso la compensazione e poi ha ceduto.
Questo non è un fatto naturale dell’età.
Se compari un esemplare tipo di un 50 enne di qualche decennio fa e uno di oggi te ne renderai conto.
Il livello di cura personale e la sensibilità a questi temi e in costante aumento per fortuna, almeno per una fetta della popolazione.
Alcuni gruppi di persone si stanno rendendo conto che hanno la possibilità di stare molto meglio con dei modesti e strategici cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini così come nella mentalità.
Ciò è particolarmente evidente per la cura del corpo.
Ma per la mente funziona nello stesso modo. Nel migliore dei casi, passi per anni attraverso situazioni spiacevoli, traumi più o meno pesanti, veleni vari, difficoltà di ogni tipo e la tua mente regge fino a quando non ce la fa più e i segnali di dolore provenienti dal corpo sono anche segnali di traumatizzazione mentale.
Senza dimenticare che nel corso della vita gli scenari sociali diventano di crescente complessità oltre a cambiare costantemente, richiedendo risorse mentali sempre crescenti soprattutto in flessibilità emotivo-cognitiva e della costruzione collettiva di ambienti evoluti di supporto e sviluppo. Questa evoluzione è sostenibile attraverso la lifelong consultancy.
Poi se pensi “tutti passano certe cose, è normale” non vuol dire che non siano fatti traumatici verso i quali il nostro organismo ha l’unica opzione di adattarsi come unica via di sopravvivenza. E’ normale anche farsi delle ferite, sbucciarsi le ginocchia e farsi dei lividi, questo non significa lasciare le ferite ad infettarsi.
Come dice il Joker di Batman:
“Io credo semplicemente che quello che non ti uccide, ti rende più… strano!”
E se gli ambienti dove vivi non si sviluppano da soli, creati tu il tuo dream team del benessere, la tua squadra di specialisti. Tipo A-team 🙂
Per questo ritengo che la vita, attraverso la sua esponenziale accelerazione, ci stia cercando di comunicare questa idea di evoluzione e l’introduzione della lifelong consultancy.
Prima farai tua questa visione, meglio starai, evitando spiacevoli sorprese e non sarai spinto fuori dalla tua zona di comfort (se già non ci sei fuori, come è molto probabile che sia).
Stay cushy, not cushy !
p.s.
una forma di lifelong consultancy la trovi nella mia quietmood academy con il group coaching mensile per la tua evoluzione comoda.
UNISCITI AL CANALE TELEGRAM DI QUIETMOOD
- Autore
- Gli ultimi post
La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
Social