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La lista soft skills si distinguerebbe dalla lista delle hard skills.
Già questa distinzione non mi fa impazzire, per cui vediamo di dare qualche definizione che mi soddisfi un pochino 🙂
Partiamo dalla parola skills. La traduzione è “abilità” o “competenza” quindi stiamo parlando della capacità di svolgere una determinata attività a fronte di addestramento prolungato in presenza o meno di talento o predisposizione naturale.
“Soft” significa “morbido” e “hard” si traduce “duro”. Questi aggettivi richiamano un pò la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Almeno nella mia mente contorta.
Le implicazioni di “soft” potrebbero essere quella di abilità minori, poco importanti, non indispensabili, superflue, accessorie, quando invece è l’opposto. Sono cruciali e indispensabili.
Solitamente soft skills viene tradotto in italiano in “competenze trasversali” che già rende maggior giustizia nei confronti della loro natura. Si distinguono quindi dalla Hard skills che sarebbero le competenze tecniche, specifiche di una professione o di specifiche mansioni.
Il termine trasversale indica la flessibilità della competenza rispetto alle diverse professionalità. Mentre conoscere la matematica è indispensabile per fare alcuni lavori come l’ingegnere o il matematico, per cui rappresenta una hard skill, essere abile nel risolvere problemi è un’attività che riguarda qualsiasi professione, è appartiene pertanto alle soft skills.
Più una competenza si restringe ad una specifica professione risultando inutile nelle altre, più viene considerata una hard skill. Un esempio è un linguaggio di programmazione come il Python o Java, o l’utilizzo di specifiche applicazioni, gestionali, macchinari etc.
Un medico-chirurgo deve avere l’abilità di compiere operazioni chirurgiche utilizzando il bisturi, sonde etc. è può specializzarsi in specifiche categorie di interventi, incrementando il suo livello di specializzazione.
Le Hard skills riguardano quindi il livello di specializzazione professionale ma presuppongono tutte il possedimento delle competenze trasversali o soft skills, senza le quali le hard skills risulterebbero molto meno efficaci.
Fatta questa classica distinzione possiamo muoverci per affrontare il tema delle soft skills sostituendolo con il termine life skills.
Questa sostituzione è giustificata dal fatto che le life skills non sono abilità che riguardano esclusivamente il mondo del lavoro, ma bensì sono trasversali anche al saper stare al mondo.
Le soft skills si distinguerebbero anche dalle skills di base come l’essere alfabetizzati, conoscere normative minime o saper fare di calcolo, ma il confine si è assottigliato molto perchè ormai avere soft skills rappresenta una base.
Il che rende ancora più vivo il concetto di life skills che elimina questo ulteriore potenziale equivoco.
Se non sai stare al mondo che campi a fare? Per essere un robot super tecnico?
Quanti ne ho conosciuti, spesso anche ammiratissimi.
Per far comprendere l’abbassamento della qualità della vita in assenza di life skills, pensiamo ad un soggetto asperger ad alto funzionamento.
Esistono esempi cinematografici come il celebre “Rain Man – l’uomo della pioggia” del 1988 con Tom Cruise e Dustin Hoffman che interpretava il fratello Asperger di Tom Cruise, dotato di abilità mnemoniche incredibili, ma assolutamente incapace di essere autonomo, oltre che altamente instabile dal punto di vista emotivo.
Una serie Netflix recente che parla di Asperger è “The Good Doctor”, per l’appunto un giovane medico-chirurgo geniale e brillante per molti versi, ma problematico soprattutto per molti altri aspetti cruciali.
Dal mio punto di vista, la lista delle life skills che solitamente viene identificata come lista delle soft skills, può essere categorizzata in questo modo secondo il mio modello della strategia Quietmood:
LA COMFORTABILITA’ – la capacità di mettersi (e mettere) a proprio agio con chiunque e in qualsiasi situazione.
io la considero l’abilità numero uno in assoluto, senza la quale la qualità della propria vita è particolarmente bassa. Molte persone cercano di essere felici e stare bene senza possedere minimamente questa abilità per tutta una serie di ragioni. Prima tra tutte quella di non permettersi di essere a proprio agio come se fosse un delitto.
Puoi misurare la tua capacità di metterti a tuo agio e valutare quanto sei fuori dalla tua zona di comfort grazie al comfortest, strumento che ho creato proprio con questa finalità.
Grazie a questa abilità complessa, ci si muove all’interno della propria comfort zone, evolvendo e adattandosi nel migliore dei modi alle situazioni che si presentano nella vita e nella realizzazione dei propri desideri.
Questa abilità, per esprimere la sua potenza al massimo, deve essere applicata a quattro meta-abilità, anch’esse possono essere considerate all’interno della lista delle soft skills:
APPRENDIMENTO
la capacità di imparare efficacemente è alla base di qualsiasi evoluzione e adattamento a qualsiasi contesto. Parliamo in questo caso di abilità di imparare ad imparare. Solitamente chi ha una limitata capacità o difficoltà di apprendimento fa molta fatica ad adattarsi. Non mi sembra difficile da capire. Quando parlo di apprendimento, parlo di apprendimento profondo e non superficiale, solitamente fondato sull’imitazione, il famoso pappagallo che dice cose di cui non capisce il significato. In questo modo la capacità generativa si restringe altamente.
PIANIFICAZIONE
La proiezione di se stessi nel tempo è fondamentale perché esiste a qualsiasi livello della vita, come l’apprendimento del resto, dallo svago al lavoro. Anche qui non si viene addestrati alla pianificazione ma veniamo educati dal sistema scolastico e familiare a seguire dei binari prefissati, atrofizzando la capacità di orientarci e dirigerci in modo organizzato.
ABILITA’ SOCIALI (conosciute come People skills)
Se si vuole stare bene nel mondo non saper trattare con gli altri esseri umani crea grossi problemi. Enormi. Primo tra tutti l’infelicità assoluta e certa. Ecco almeno una certezza nella vita. Non si può rinunciare a questa abilità, altrimenti qualsiasi cosa farai non sarà affatto piacevole perché la vita è relazione con gli altri. Nemmeno nascondersi dietro un computer aiuta, al massimo riduce il disagio mentre ti illudi.
FORZA INTERIORE E LEADERSHIP
L’abilità di Socratica memoria di conoscere e gestire, sostenere e nutrire se stessi emotivamente, psicologicamente, a livello comportamentale. Fondata sull’ascolto di sé nell’ambiente, dona e incrementa quella che io chiamo la capacità di vedere. Senza sei cieco. Ed oggi non si contano i ciechi che vanno girando per il mondo sperando che qualcuno li giri per il lato giusto 🙂 Per guidare gli altri bisogna avere una chiarezza interiore solida, che viene riequilibrata e ripristinata di fronte ad ogni turbolenza.
Queste quattro macro-categorie di abilità possono essere a loro volta spezzettate in diverse altre abilità, che compongono la lista delle soft skills a cui solitamente si fa riferimento con nomi divenuti più familiari per chi si interessa alla crescita personale, soprattutto rispetto al mondo del lavoro.
Tra queste elenchiamo nella lista alcune delle più importanti, ognuna delle quali può essere inserita all’interno delle 4 macro abilità sopra descritte:
PENSIERO LATERALE
la capacità di pensare fuori dagli schemi, di guardare da prospettive non ordinarie.
NEGOZIAZIONE
la capacità di creare accordi soddisfacenti nei più svariati contesti.
ASSERTIVITA’
La capacità di esprimere e affermare i propri bisogni nel rispetto di quelli degli altri.
PROBLEM SOLVING
La capacità di definire e risolvere problemi di diversi gradi di complessità (possibilmente in modo elegante e semplice).
COMUNICAZIONE EFFICACE
La capacità di utilizzare il linguaggio verbale e non verbale per entrare in relazione con l’altro in modo da connettersi creando scambi costruttivi rispetto agli obiettivi della stessa interazione.
DECISION MAKING
La capacità di prendere decisioni vincenti e complesse nel minor tempo possibile.
SELF-COACHING
La capacità di attivare le risorse necessarie alla definizione e al raggiungimento dei propri obiettivi.
TIME MANAGEMENT
La capacità di organizzare in modo efficace le proprie attività nel tempo.
Come risulterà evidente, tutte queste competenze che appartengono alla lista soft skills, hanno dei gradi di sovrapposizione l’una con l’altra. Possono essere suddivisi in ulteriori sub-abilità che diventano mano a mano più specifiche ma rimanendo sempre trasversali allungando la lista soft skills a dismisura.
Potremmo pensare al public speaking, alla progettazione, alla scrittura persuasiva, al networking, delega, fare ricerca, al risk management, personal branding, vendita etc. etc.
Per questo è opportuno avere sempre in mente una chiara organizzazione gerarchica delle stesse, come ho cercato di mostrare in questo articolo.
La divisione gerarchica potrebbe anche essere pensata nei termini di lista soft skills imprenditoriali e lista soft skills globali. Perché suggerisco questa distinzione?
Per focalizzare l’accento sul fatto che il lavoro dell’imprenditore potrebbe essere concepito come un insieme di specifiche soft skills aggregate.
L’imprenditore puro dovrebbe avere la capacità di selezionare personale dotato delle hard skills, quindi delle skills verticali specialistiche, più adatta allo sviluppo della sua azienda invece che essere il tuttofare che si occupa poi effettivamente di tutto.
Più si è sbilanciati sull’asse hard skills, più si appartiene al ruolo di tecnico più che di imprenditore.
Molte volte l’espressione di queste risorse può essere bloccato da problematiche personali che vanno prima sbloccate per potervi accedere ed accrescere la capacità stessa e la sua manifestazione nei contesti nei quali è opportuno esprimerle.
L’acquisizione di queste competenze, dal mio punto di vista, se bene strutturato l’apprendimento, permette di sviluppare le risorse psicologiche, emotive e gli atteggiamenti che costruiscono il tuo carattere tirando fuori la tua personalità e rendendoti solido e flessibile allo stesso tempo.
Più importante di avere tante capacità e tanti strumenti è l’effettiva possibilità di utilizzarli NEL CONTESTO GIUSTO.
Se ho una cassetta degli attrezzi ampia, ma non so quale strumento scegliere rispetto alla situazione o come applicarlo al caso specifico, il risultato sarà pari a quello di una persona priva di risorse.
Inoltre non esiste un’unica visione rispetto a queste abilità. Così come per le arti marziali esistono tanti stili diversi, così per ogni abilità esistono filosofie e approcci diversi.
Nella mia membership Quiet Circle insegno le life skills essenziali calate attraverso la lente della strategia Quietmood. I principi guida con i quali vengono pensate le abilità fa un’enorme differenza.
Molte volte avere tante capacità diventa una specie di arma a doppio taglio. Le persone fanno affidamento solo su di te, l’ansia da prestazione sale a palla, gli standard e le aspettative nei tuoi confronti si alzano minacciosamente così come la responsabilità, e tu hai una ruspa più potente per scavarti una fossa ancora più profonda.
In questo caso basterà pensare alla celebre frase di Spiderman che fa passare la voglia di fare gli eroi:
“A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità”, Lo zio dell’uomo ragno
che va bene fino ad un certo punto, ma non dovrebbe mai sbilanciarsi nel rovinare la vita dell’eroe con grandi poteri.
La logica con cui sono studiate le life skills nella strategia Quietmood cerca di evitare questo problema enorme, facendo si che le abilità lavorino a tuo vantaggio e non il contrario, per renderti la vita privata e professionale più comoda e agevole e aiutarti a creare lo stile di vita più adatto e gratificante per te.
Chiediti quindi: quanto le mie abilità sono veramente al mio servizio o mi rendono uno schiavo di me stesso?
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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