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Lo sforzo nella vita non si può eliminare, scordatelo. Questa è la brutta notizia.
Sullo sforzo forse hai letto, sentito, o peggio ancora, sperimentato da qualche parte, da qualche Coach, da qualche Guru, in questo caso soprattutto quelli un pò New Age, che la vita fluisce che è una bellezza come l’acqua cristallina del fiume tra i fiori che sbocciano a primavera.
Peccato che il tuo fiume sia pieno di rocce e intasamenti dove sbatti ogni giorno la testa, con correnti che sparano in direzione opposta alla tua e dove piovono meteoriti da schivare.
Diciamo che esistono delle varianti e anche chi all’opposto dice da subito che c’è da sudare duramente.
Questi approcci possono andare bene per alcune tipologie di persone a cui si adattano.
Certo è che cambia radicalmente come dal cosa si passa al come ovvero i passi concreti da attuare per procedere.
E in questo anche il problema è se quei passi sono adatti a te e alla tua fase di vita.
E intanto guardi le persone intorno a te e dici:
“ma come mai loro ce la fanno e io no? Guarda come è facile la vita per loro, mentre per me è così tosta“
Gli stessi maestri di vita ti fanno vedere che è tutto una passeggiata per loro, più facile di fare 2+2 e può esserlo anche per te e se non ci riesci vuol dire che sei masochista e vuoi soffrire. Bravo lo scemo.
Come mai non ti riesce così facile quello che loro fanno con uno schiocco di dita?
Guadagnare six figures income, avere donne o uomini che gli sbavano addosso, divertirsi allegramente con amici fidati e positivi, senza avere mai un problema di digestione, un crampo al polpaccio destro o una carie etc. etc.
Nella maggior parte dei casi ti assicuro che si tratta di specchietti per le allodole, vero tanto quanto le foto di Instagram filtrate o photoshoppate, molto attraenti per chi quando si trova al mare è quello sotterrato sotto la sabbia con mezza testa che esce fuori dalla fossa scavata da malefici bulli intorno a lui.
Ma anche semplicemente di un errore di percezione tua, indotto, sia chiaro, da modelli narrativi della realtà basati sull’apparenza. Non è che uno deve andare in giro manifestando sofferenza per capire che anche lui ha le sue fatiche.
Ognuno ha il suo dolore, ed io direi ben più di uno.
Quando si tratta di condizioni di vita realmente agiate, dietro c’è tutto tranne che la facilità e la semplicità. C’è un grande sbattimento. Anche solo lo sbattimento di far sembrare le cose facili e semplici.
Che poi è proprio dove va indirizzato lo sforzo.
In pratica il principio è quello di imparare a sforzarsi di non sforzarsi ed essere strategici nell’investimento delle proprie energie e far diventare e apparire facili le cose difficili. Come un leggiadro ballerino che per zompettare come un colibrì non si sa quanto lavoro massacrante c’è dietro. Ma ti anticipo che si tratta di una sofferenza piacevole, che sembra un ossimoro, ma non lo è.
Perché ciò che pesa non è tanto lo sforzo in sé, ma lo sforzo mal riposto, mal dosato e non ripagato.
Un pesce che cerca di camminare e respirare fuori dall’acqua non sta facendo una cosa intelligente, diciamo.
Questo implica prima di tutto un processo inverso a quello a cui sei stato sottoposto. Il che vuol dire sforzo, perché disimparare è obiettivamente uno sforzo. Lo so perché conosco perfettamente il tessuto educativo italiano e occidentale in senso più esteso.
Faccio una precisazione. Il concetto di sforzo nella sua declinazione di significato negativa è, secondo una mia definizione:
lo sforzo è metterci di più di quello di cui ci sarebbe bisogno.
In questo articolo non avrò lo spazio per poter sviluppare tutte le altre insidiose trappole che si celano dietro questo termine e dei fraintendimenti capaci di stravolgere la vita delle persone.
Permettimi quindi semplicemente di farti capire che esiste uno sforzo buono e uno cattivo, così come una comodità buona e una cattiva.
Ti faccio un esempio personale.
Tra le mie passioni c’è la musica, sono un cantautore e cantante. Ho avuto parecchi problemi con la voce negli anni passati, strumento poi con cui lavoro ogni giorno facendo consulenza e formazione, per cui non un problema da poco, proprio perché avevo imparato ad usarla male a sforzarla e a spingere troppo sia nel canto che nel parlato.
Non ti racconto tutte le traversie durate anni, ma il mio sforzo anche di ricerca, dopo vari pellegrinaggi, e stato focalizzato sullo sforzarmi di non sforzarmi, togliere questa spinta inutile che era collegata anche ad un utilizzo sbagliato del diaframma.
Il mio sforzo costante, per queste ragioni, è orientato a togliere lo sforzo inutile e gli attriti che impediscono alla mia voce di uscire fluida, facile, naturale proprio come l’acqua del fiume di cui parlava il Guru new Age all’inizio dell’articolo.
Grazie a questa difficoltà ho scoperto e sperimentato in prima persona dei metodi che applicano questo principio che poi ho fatto miei per estendere affinare la mia strategia di intervento. Fare la cavia di me stesso è una cosa a cui sono abituato, non trovando opportuno usare cavie umane….
Il fenomeno dello sforzo negativo si amplifica maggiormente quando si è in situazioni di prestazione performativa dove la famosa ansia da prestazione generata da diversi fattori di stress può condurre a indurre a fare di più, a sbilanciarsi.
Basta pensare ad un funambolo che deve rimanere in equilibrio sul filo.
Se l’allineamento è mantenuto scorrerà liscio, ma il suo sistema dovrà essere temprato ed aver lavorato duramente per essere addestrato ad azzerare le interferenze e gli attriti che sicuramente interverranno a destabilizzare il suo cammino.
Ultima nota importante è che alla parola sforzo è spesso associato una valenza negativa anche per l’assenza di piacere. In realtà uno sforzo buono deve essere piacevole.
La ricerca, lo sforzo verso la piacevolezza dell’esperienza deve essere costante. Se un’ esperienza è spiacevole, bisogna lavorare per modificarla.
Come si dice in ambito business non bisogna lavorare nel business ma sul business, che tradotto in generale può essere parafrasato che non bisogna vivere l’incubo, ma bisogna lavorare sull’incubo affinché diventi e si mantenga paradiso.
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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