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Le preoccupazioni sono diventate una specie di stile di vita per te. Ti potresti sentire strano solo all’idea che questa amica di vecchia data non abiti più la tua mente.
Ma se la canzoncina diceva “aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più“, bisogna dire che non tutti gli amici sono proprio dei buoni amici. Un conto è la beneficienza della Caritas, un conto è un sano rapporto di reciprocità in cui c’è uno scambio fertile da ambo le parti.
Raramente la preoccupazione offre questo tipo di amicizia.
Anzi, non è nemmeno una sana forma di beneficienza perché è come invitare una persona e permettergli di distruggerti la casa, mettendo su un bordello infernale.
Magari pensi “Però così la serata è ricca di stimoli! Non ci si annoia, avrò un aneddotto da raccontare ! “
Non credi che esistano modi migliori di creare aneddoti? Non pensi che sia un tantino troppo invitare volontariamente un serial killer o uno stalker per ravvivare la giornata?
Senz’altro potresti dirmi che non sei tu che inviti le preoccupazioni a casa tua, che sono loro che si auto-invitano.
Certo, ma se una persona indesiderata si presenta a casa tua, penso che potresti avere il diritto di non farla entrare.
E’ anche vero che bisogna avere una strategia elegante per farlo nel migliore dei modi, non sempre è facile liberarsi di un ospite indesiderato.
Ribadisco però che tu hai tutto il diritto di non farlo entrare e questo non sempre è scontato.
Potresti sentirti sotto ricatto morale, sentirti costretto malvolentieri a farlo entrare.
Vediamo allora come uscire da questa spiacevole situazione, ma prima di tutto identifichiamo le tipologie di preoccupazioni che possono entrare nella tua mente.
1. preoccupazioni a base quotidiana ricorrente
Sei costantemente assillato dalle cose da fare, hai miliardi di to-do List, forse nemmeno scritte ma solo nella tua mente, che si susseguono come schegge impazzite con pensieri del tipo “mi devo ricordare di fare questo..” che ti instillano uno stato di urgenza perenne nonché di sensazione di incompletezza costante che ti lascia angosciato e insoddisfatto.
2. preoccupazioni basate su pensieri intrusivi
In questo caso le preoccupazioni si manifestano sotto forma di pensieri assolutamente fuori luogo, decontestualizzati, che si inseriscono nella tua mente mentre ti stai dedicando a tutt’altro.
Possono essere immagini truci, flash di ricordi o possibili situazioni verosimili, pensieri che vivi come imbarazzanti del tipo “non pensare all’elefante rosa” a cui ovviamente finisci per pensare.
3. preoccupazioni ossessive
Questa tipologia riguarda i pensieri fissi del tipo “se non mi comporto in un certo modo mi accadrà x”, tipici del disturbo DOC (disturbo ossessivo-compulsivo) in cui devi mantenere un certo tipo di ordine affinché tu ti possa sentire rassicurato.
4. preoccupazioni catastrofiche sul futuro
Rispetto alle preoccupazioni quotidiane quelle catastrofiche sul futuro si contraddistinguono per essere rappresentati da scenari distanti nel tempo appunto, anche anni, dove le cose andranno male. Bene ma non benissimo diciamo. Tipo “invecchierò e nessuno si occuperà di me, sarò abbandonato a me stesso” oppure “non avrò una pensione e farò la fame” (a scusa questa è una realtà effettivamente ahah).
5. preoccupazioni basate su problemi contingenti
In questo caso abbiamo tutte quelle preoccupazioni che si scatenano in seguito a problemi che si inseriscono nella tua vita, incidenti, imprevisti, notizie improvvise, cambiamenti inattesi indesiderati. Ad esempio, ti sei appena fatto le analisi del sangue e stai aspettando che il medico ti dia il rapporto sui risultati della stessa.
6. preoccupazioni legate all’attesa
come descritto dalla tipologia, queste preoccupazioni sono generate dall’attesa di una qualche informazione, decisione, aspettativa, giudizio etc. che è fuori dal tuo controllo e dipende da altre persone, enti o eventi naturali.
Potresti percepire come fuori controllo anche delle tue possibili reazioni ad una situazione che devi affrontare, potrebbe essere una performance, un confronto con qualcuno o un evento a cui devi partecipare, sia pure una vacanza piacevole.
Premesso che ognuna di queste tipologie richiede una strategia specifica che va adattata anche al singolo caso inquadrandola e inserendola nella tua storia personale, adesso ti indicherò la linea guida strategica per liberati delle preoccupazioni e iniziare a vivere scoprendo che quella che facevi prima non era propriamente una vita ma uno stato catatonico di angoscia perenne che poco ha a che fare con il piacere di stare al mondo.
1.cercare di non pensare vuol dire pensare due volte
se l’obiettivo e svuotare la mente devi creare uno spazio dove farlo, non puoi continuare a mettere le cose in uno sgabuzzino dove la pressione ad uscire fuori e costante.
Questo perché quando cerchi di distrarti e pensare ad altro, la mente tenderà a farti pensare ancora di più a ciò che stai cercando di evitare in una rincorsa infinita.
Un modo potrebbe essere quello di fermarti e scrivere su carta tutti i tuoi pensieri fino a saturazione.
2. eliminare gli stimoli superflui
In una parola focus. La nostra mente è sovraesposta ad un numero incredibile di stimoli per la quale non è preparata, un overbooking di informazioni spazzatura e traumatiche che richiedono uno stomaco d’acciaio.
Così come non è salutare ingozzarsi di porcate sperando che il tuo organismo sia capace di digerire tutto senza danni, così è necessario selezionare con attenzione le informazioni e gli stimoli di cui ti nutri, riconoscendo che molti di essi non sono per nulla innocui.
Un esempio tra tutti è il telegiornale, una sequenza di notizie angoscianti e cruente verso le quali non hai alcun potere di intervento.
3. interrompere la rimuginazione
Quando sei preoccupato tendi a iper-razionalizzare ed entri in un labirinto di ragionamenti che non conducono a nulla e non possono effettivamente portarti da nessuna parte se non a farti sentire sempre più naufrago di te stesso.
In questo caso bisogna applicare la sospensione del giudizio per poter posticipare e possibilmente fissare un momento nel futuro in cui effettivamente ti rimbocchi le maniche e risolvi quello che c’è da risolvere. Punto importante, non bendarsi la testa prima di aver dato la testata.
Non ti sto invitando a dare una testata ma a spostare il momento del ragionamento a quando e se mai dovrai affrontare lo scenario che la tua mente ti propone.
Una volta posticipata la preoccupazione ad un tempo opportuno di affrontarla, anche mai, il secondo step di questo passo è comportarsi come se tutto dovesse andare per il meglio.
4. trasformare le preoccupazioni in occupazioni
Questa è la fase nella quale collegare il pensiero all’azione. A questo punto devi scegliere una sola preoccupazione alla volta di cui occuparti per risolverla effettivamente. Puoi stilare una lista delle problematiche che vorresti eliminare dalla tua mente e decidere quale sia la più affrontabile (o come trovare il modo di affrontarla magari affiancato da uno specialista adeguato alla tipologia di problema).
Un altro criterio può essere quello di scegliere quella che, togliendola, ti darebbe il maggior senso di sollievo e leggerezza.
A questo punto stilare una lista delle azioni da fare per occupartene e fare un’azione alla volta.
Per tutte le altre preoccupazioni torna al punto 3 della strategia.
Bene, arrivati a questo punto non posso che augurati di liberarti definitivamente dell’atteggiamento che ti impedisce di goderti la vita. Non esisterà mai un momento in cui non ci saranno problemi da risolvere, ma può esistere uno stile di vita libero dalle preoccupazioni dove affronti le cose con entusiasmo e grinta e con ampi spazi di svago, riposo e divertimento sia da solo che in compagnia delle persone care.
Stay cushy, not pushy !
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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