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In Italia, la “raccomandazione” è spesso associata al favoritismo o al nepotismo, dove una persona ottiene un lavoro o una posizione grazie a connessioni personali anziché per merito o competenza.
Questo tipo di raccomandazione ha una connotazione negativa, storica fonte di indignazione, poiché può essere considerato ingiusto nei confronti di coloro che non hanno le stesse opportunità.
Tuttavia, esiste anche un significato più universale della parola “raccomandazione”, che si riferisce a una referenza professionale.
In questo caso, qualcuno, come un ex datore di lavoro, può fornire una testimonianza delle tue abilità e del tuo carattere per aiutarti a ottenere un nuovo lavoro.
Questo tipo di raccomandazione è considerato normale e accettabile nella maggior parte delle culture lavorative, inclusa l’Italia.
La reputazione della “raccomandazione” dipenderà molto dal contesto in cui viene utilizzata.
Nella sua forma negativa, può danneggiare la percezione della meritocrazia e dell’equità sul posto di lavoro.
Un problema sulla raccomandazione è quello di confondere il livello di competenza con il livello della relazione.
Se sei riuscito a costruire un livello di relazione che porta a preferire te piuttosto che persone che hanno pari o superiore livello di competenza, la tua raccomandazione sarà comunque meritocratica, in quanto fondata sull’asset relazionale e sulle competenze relazionali che hai messo in campo.
L’asset relazionale può anche essere considerato alla stregua di un’eredità, la rete di relazioni che nel tempo sono state costruite da te e dalla tuo gruppo di appartenenza, la tua tribù, che sia di sangue o meno.
Molte volte è meglio offrire una posizione ad una persona di fiducia con cui ci si trova bene o suggerita da persone di fiducia, piuttosto che al presunto genio di turno 🙂
Questo dipenderà dalla posizione da occupare sia in ambito personale che professionale.
Viceversa, altre volte, proprio perchè conosci bene la persona raccomandata, sai anche meglio che sarebbe il caso di non inserirla.
Questo è uno degli errori peggiori e più comuni delle raccomandazioni:
i danni derivati dall’essere costretti ad inserire una persona rispetto a quelli che pagheresti ribellandoti al suo inserimento.
Danni di natura emotiva, pratica, di stress, relazionali, economici etc.
Una volta raggiunta una soglia di sufficiente competenza per svolgere la mansione, il livello relazionale prenderà facilmente il sopravvento come indicatore di merito. Ovviamente dipende anche dal ruolo e dalle mansioni, per le quali la soglia “sufficiente” di competenza potrebbe essere l’eccellenza.
Al di là del moralismo col culo degli altri anche conosciuto come politically correct, la cui pressione incombe sul mondo, quando si tratta dei propri interessi, le persone godono abbondantemente della possibilità di ricevere una raccomandazione derivata dalle proprie conoscenze, per lo più familiari.
La cosa triste è che spesso, anche quando lecita, si cerca di tenere occultata (a ragione) questa raccomandazione, per non generare invidie e gelosie, per non essere attaccati e calunniati da chi o fraintende per analfabetismo funzionale/superficialità, oppure utilizza per screditare strumentalmente per invidia o per competizione, conducendo a strazianti e tristi dibattiti o tribunali.
Tuttavia, nella sua forma positiva, la raccomandazione diventa uno strumento essenziale per aiutarti a trovare opportunità lavorative adatte e costruire la realtà sociale a te più affine e sinergica.
Non solo, la raccomandazione è buona oltre che per la ricerca del lavoro, in senso più esteso, anche per la ricerca di clienti, per trovare fornitori, per trovare personale, per trovare nuove opportunità sconosciute, per trovare partner, e per costruire e tessere una rete di relazioni e la propria realtà sociale, nel modo più calzante alla propria visione e a chi sei.
La raccomandazione è anche espressione della tua reputazione e contribuisce alla stessa, per cui può arrivare anche da chi non ti conosce personalmente.
La raccomandazione è quindi uno strumento conversazionale cruciale per strutturare e consolidare il tuo stile di vita personale e professionale.
Fondamentale per costruire il mondo nel quale tu vorresti vivere e premiare le persone e le attività che, secondo te, meritano di stare al mondo e contribuire allo sviluppo di una fantastica comfort zone.
Un mondo dove l’armonia è proporzionalmente molto più ampia della competizione, soprattutto di quella sleale, e dove regna un’autentica collaborazione di natura umana e non strumentale (= favori per creare una catena di debiti reciproci di cui non vedi l’ora di liberarti come fardelli).
Nelle sue declinazioni la raccomandazione può essere sinonimo di:
- referral
- passaparola
- recensione
- testimonianza
- consiglio
- feedback
- endorsment
Per ottenere una raccomandazione sana, in modo lecito e meritocratico, ecco alcuni consigli da seguire:
1. Costruisci relazioni professionali umane solide
Investi tempo ed energie nel costruire rapporti autentici con chiunque oltre che con colleghi, superiori gerarchici e persone influenti nel tuo settore.
Se sei veramente interessato genuinamente a loro, mostra questo interesse per il loro lavoro, offri supporto quando necessario e cerca di creare connessioni significative basate sulla fiducia reciproca e l’affinità.
In questo caso non bisogno cadere nella trappola di avere fretta di raccogliere risultati, ma essere più focalizzati nell’agire nella direzione di ciò che è giusto rispetto alla tua visione, sempre rimanendo in contatto con la realtà dei fatti, per poter calibrare la tua azione adeguatamente e modulare dove e come investire tempo ed energia senza finire per dare perle ai porci.
2. Sii un professionista e un essere umano affidabile
Mantieni sempre gli impegni presi, rispetta le scadenze e la parola data. Essere affidabile ti farà guadagnare la stima degli altri e aumenterà le possibilità che vengano fatte raccomandazioni positive su di te.
Questo comporta prendere impegni che sai di poter rispettare agevolmente, evitando il sovraccarico, e che sono in linea con i tuoi valori.
Rifiutare delle responsabilità non è segno di inaffidabilità, ma spesso del contrario se ben argomentata la decisione di non prendere in carico una situazione.
3. Evidenzia le tue competenze e risultati
Comunica in modo chiaro ed efficace le tue competenze attraverso il curriculum vitae, i profili professionali online e durante le interazioni con i colleghi o potenziali datori di lavoro.
Possibilmente questo andrebbe fatto senza fare un elenco, ma in modo naturale, ad esempio inserendo nelle conversazioni sotto forma di storie e aneddoti collegati a ciò di cui si sta parlando.
Farlo con competenza richiede molta sensibilità per non avere l’effetto boomerang di stimolare antipatia e invidia.
Se fatto bene, nel senso di una comunicazione opportuna di tali contenuti, verrai respinto solo da coloro che non sono a te affini.
Il miglior modo per comunicare le tue competenze però è quello di dimostrarle attivamente. Ad esempio, invece di affermare di essere una persona scrupolosa, mostra di esserlo occupandoti di qualcosa con scrupolosità oppure, come dicevo prima, racconta un aneddoto in cui è evidente che sei stato scrupoloso.
4. Chiedi raccomandazioni in modo appropriato
Quando senti di aver stabilito una buona relazione professionale con qualcuno che potrebbe fornirti una raccomandazione, chiedi in modo appropriato se sarebbero disposti a condividere la loro testimonianza sulle tue competenze e caratteristiche professionali.
Ricorda di esprimere la gratitudine che provi per il tempo e l’impegno che dedicano a te.
Se non la provi, cerca di comprendere il perchè.
Inoltre è fondamentale, seguendo la filosofia che sto proponendo, far trasparire con chiarezza che non c’è nessun obbligo o ritorsione nè emotiva nè materiale, che il vostro rapporto è al sicuro a prescindere dall’accogliere o meno la tua richiesta.
Se senti il contrario, ovvero che la mancata accoglienza della richiesta ti farebbe storcere il naso, lavora sulla tua emotività e prospettiva sulla questione. Se possibile anche dialogando con l’interlocutore.
Nella realtà mi è capitato di sentire molte più persone lamentarsi dell’ingratitudine delle persone che viceversa.
Spesso le aspettative che ci creiamo non tengono conto della realtà, fondate su un’ottica miope ed egocentrica che ti manda fuori strada.
5. Offri una raccomandazione agli altri
Se hai avuto esperienze positive entrando in contatto con qualcuno, non esitare a offrire tu stesso una raccomandazione sincera.
Questa pratica può contribuire a creare ambienti più collaborativi, in cui tutti si sostengono a vicenda.
Un mondo di reciprocità positiva, autentica e spontanea, implica un tuo accordo nel seguire questo tipo di comportamento.
Ascolta attentamente quando ti senti in qualche modo in dovere di farlo, ma non hai voglia, potrebbero uscire fuori ragioni che potrebbero aiutarti ad evolvere umanamente e chiarire la tua prospettiva, definendo ancora di più la tua visione.
6. crea un sistema di raccomandazione su piattaforme online
Dal punto di vista professionale, utilizza le piattaforme professionali online, quelle più coerenti con la tua attività sia per generare che per mostrare chi parla bene di te e cosa dice nello specifico.
Se guardi nel mio blog c’è una sezione dedicata, ma anche sulle altre mie piattaforme social.
In questo senso la raccomandazione aiuta a guidare le persone, senza dover essere auto-referenziali, cosa fastidiosa sia per chi lo fa, che per chi ascolta. Incensarsi da soli, cioè auto-raccomandarsi, va bene fino a un certo punto.
Senz’altro se non sei tu il primo a raccomandarti con oggettività e lucidità, beh…. è necessario andare a lavorare prima su questo che sull’ottenere delle testimonianze.
Spesso si teme di presentarsi in una luce eccessivamente positiva, a ragione, come se fosse necessario apparire il meglio del meglio, invece che semplicemente mostrare chi sei e cosa puoi fare tu per le persone che desiderano entrare in contatto con te, ma anche cosa NON SEI e cosa NON PUOI FARE.
Queste testimonianze possono aumentare la tua credibilità e visibilità agli occhi di chi è interessato a ciò che puoi offrire.
Ricorda sempre che raccomandazione può essere un’arma a doppio taglio.
La costruzione di relazioni professionali solide, l’affidabilità, l’evidenziazione delle tue competenze e dei tuoi risultati, chiedere raccomandazioni in modo appropriato, offrire raccomandazioni sincere agli altri e sfruttare le piattaforme online sono tutti passaggi importanti per ottenere raccomandazioni che siano autentiche e significative.
In conclusione, cerca sempre di guadagnarti le raccomandazioni attraverso il tuo impegno professionale e la tua dedizione al lavoro, ma soprattutto, seguendo il principio di affinità, che ti conduce a collocarti esattamente nel posto dove è meglio per te e per gli altri che tu sia.
Il brutto anatroccolo del resto, era un cigno che doveva trovare il suo branco di cigni, invece di mescolarsi con le anatre.
In questo modo, potrai accedere alle opportunità ottimali per te, senza compromettere la tua integrità o quella degli altri.
Sty cushy, not pushy !
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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