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Uno dei problemi principali di questo momento storico è, dal mio punto di vista, quello di riuscire a mantenere nel tempo la lucidità e la centratura necessaria a svolgere la tua attività professionale e portare avanti insieme quella personale nel migliore dei modi, godendotela al massimo.
Realisticamente sarebbe un risultato auspicabile godersela anche molto meno del massimo, diciamo che un dignitoso stato psico-emotivo sarebbe per molte persone oro colato.
Infatti sono tanti coloro che vivono come fosse la normalità essere perennemente alterati, irritati, nervosi, spaventati, angosciati, confusi e agitati (e non confusi e felici come cantava Carmen Consoli), convinti che la realtà ineluttabile sia quella di essere capaci di portare avanti la baracca nonostante il costante stress, sempre sul filo del rasoio, nella speranza di non crollare, godendosi dei brevi e magici momenti di tranquillità, quando si presentano.
Forse leggendo queste righe, potresti pensare che il quadro che ho descritto è fin troppo esasperato e drastico, ma spesso l’assuefazione ad uno status quo, porta ad una sorta di assuefazione che lo rende più tollerabile e annebbia la percezione del disagio vissuto.
Sei in sofferenza e in riserva ma non te ne rendi pienamente conto.
Disagio innaturale e superfluo che danneggia la qualità della tua vita e delle tue performance per non parlare della salute, soprattutto a lungo termine.
Pensa ad esempio a come in un tempo relativamente breve, ci siamo assuefatti ad alcune nuove abitudini piuttosto scomode, come stare chiusi in casa o mettere la mascherina, il cui fastidio è diventato un sottofondo, unendosi alla folta combriccola dei fastidiosi sottofondi che accompagnano la tua giornata.
Io personalmente odio la mascherina e non permetterò mai al mio corpo di abituarsi ad essa.
Di base siamo stati condizionati ad adattarci e organizzarci intorno ai disagi della vita, piuttosto che imparare a metterci comodi e a eluderli in modo da non doverli subire.
Mettersi comodi nei confronti dei disagi che la vita ci propone costantemente è il succo di quello che insegno e aiuto a fare alle persone, in modo da poter crescere ed evolvere al meglio per poter esprimere il proprio potenziale, anche a proprio vantaggio, e non in modo sofferto e limitato.
Adattarsi al disagio non significa non pagarne le conseguenze.
E’ come se tu fossi un mulo che si carica addosso sempre più pesi da trasportare. Cosa succederebbe in questo caso? Non credo che il mulo senza pesi abbia la stessa vita di un mulo con i pesi portati addosso per anni.
La prima cosa che decade è la lucidità e la chiarezza. A catena l’assenza di lucidità impedisce di affrontare e risolvere al meglio i problemi da sbrogliare, con l’effetto che invece di diminuire si accumulano e la situazione diventa più complessa.
Da un problema di una dimensione ridotta, si sviluppa un problema di dimensioni più grandi, molte volte generato dai tentativi maldestri di gestirlo.
Dico tentativi maldestri perché senza l’adeguata lucidità e calma sono pochi i problemi che vengono approcciati nel modo corretto. Credo sia abbastanza di buon senso comprenderlo ed essere d’accordo.
Non ti dirò di applicarti in pratiche di meditazione trascendentale o yoga mistico, anche perchè meditare senza avere prima ripulito la mente è come mettersi il deodorante senza essersi fatti la doccia.
Nemmeno di fare sport e mangiare sano. Se non li riesci ad introdurre è chiaro che diventa solo una frustrazione ricordartelo.
Credo piuttosto che sia lo sport che la nutrizione sana, siano l’effetto di un’efficace pulizia mentale.
Partiamo intanto vedendo insieme quali sono alcuni dei fattori più comuni che riducono la tua lucidità mentale alterando il tuo stato mentale verso lo spettro dell’angoscia e del nervosismo:
INTERRUZIONI
la tua giornata spesso è costellata da intrusioni e spezzettamenti esterni che ti costringono ad uno sforzo costante di riportare la testa a dove l’avevi lasciata. Con un notevole dispendio di energie, rallentamento delle operazioni, minor efficacia delle operazioni stesse, alterazione dell’umore e via dicendo.
TROPPE ATTIVITA’ RISPETTO AL TEMPO DISPONIBILE
Le cose che porti avanti nella giornata sono sempre troppe e, come si dice, basterebbe la metà. Ma non esistono solo le cose di cui ti occupi effettivamente, ma anche quelle di cui ti dovresti occupare nella tua mente che, come capirai, si trasformano in preoccupazioni martellanti che producono allerta perenne. Troppo significa anche fare male ogni cosa, dedicarcisi con superficialità e non con la dovuta attenzione per forza di cose. Inoltre non hai il tempo di staccare e vivi in apnea.
DISTRAZIONI
La tua attenzione viene catturata da stimoli esterni che hanno il preciso intento di tirarti dentro il loro flusso. Possono avere gioco facile perchè il sovraccarico può facilmente indurre la mente a richiedere qualche scappatoia e via di fuga. Talvolta l’amo per le distrazioni è la ricerca stessa di soluzioni ai problemi che non fa altro che metterti in testa una marea di roba nella testa che fa a pugni con le altre, trasformando il tuo cervello in una riunione di condominio di fuoco.
PROBLEMATICHE IRRISOLTE
Non tutti i problemi possono essere sbrigati in tempo reale e per varie ragioni rimangono in sospeso bloccati, portando con loro gli effetti negativi destabilizzanti. Spesso vengono accantonati proprio i problemi che ci darebbero più slancio e che ci riguardano più personalmente, a simbolo del fatto di mettersi sempre in secondo piano e non al primo posto. C’è sempre qualcosa che viene prima di te e della tua cura personale.
EVENTI DISTURBANTI CONTINGENTI/FACCENDE PERSONALI
Fatti personali dolorosi, più o meno grandi, ma anche situazioni al lavoro che turbano la quiete, conflitti e tensioni derivanti da errori o incomprensioni con lo staff, familiari o amici.
Fatti personali dolorosi, più o meno grandi, ma anche situazioni al lavoro che turbano la quiete, conflitti e tensioni derivanti da errori o incomprensioni con lo staff, familiari o amici. Se alcune di queste cose possono essere smaltite da soli, anche con le indicazioni che ti suggerirò in questo articolo, per altre questioni andrà preso in considerazione il fatto di un intervento specialistico senza il quale potresti dire addio alla tua lucidità ed efficienza mentale ed emotiva piena, perché sarebbe come andare in giro con delle ferite sanguinanti e pretendere di riprenderti senza le adeguate cure.
ASSENZA DI RIPOSO E SVAGO
Magari per la tensione mentale dormi male e di conseguenza non ti riposi, hai poco tempo a disposizione per recuperare e sei sempre in riserva, per non parlare di dedicarsi dei momenti piacevoli. Quando capita, avresti più bisogno di riposarti che di svagarti ed è qui che nasce l’espressione “avrei bisogno di una vacanza dalla vacanza”.
ACCUMULO
Nel tempo molte cose si cronicizzano, molti attriti e tensioni non vengono smaltite ma lasciate lì a fermentare e lievitare nella propria mente e nel proprio corpo, pronte a risalire se innescate da input anche sottili che le richiamano a galla. Basterebbe l’accumulo per condurre al Burn Out.
Tutti i fattori sopracitati conducono a rimuginazione, preoccupazione, rallentamento cerebrale, confusione e annebbiamento, stordimento, perdita di piacere e motivazione, disorganizzazione. Il classico cane che si morde la coda insomma.
Dopo essermi soffermato su questo scenario catastrofico, che accomuna chi è entrato nella corsia della vita frenetica, ed aver elencato le categorie di risucchia-lucidità più frequenti e comuni, vediamo come procedere per recuperare la lucidità e la freschezza mentale e sperimentare una leggerezza sconosciuta.
FERMATI
Al primo posto c’è senz’altro il mio mantra di imparare a fermarsi. Tutti ti dicono di correre e io ti dico di fermarti. Se correre non ha funzionato per te, è molto probabile che imparare a fermarti sia la direzione giusta.
Non c’è bisogno di prendere un anno sabbatico, ma di imparare a staccare regolarmente facendo attivamente nulla come se fossi un vegetale. Basteranno cinque minuti ogni ora. Chiaramente non va vissuto come una medicina o un esercizio ginnico. L’importante è comunicare alla mente che è bene fermarsi e non c’è pericolo, altrimenti si vivrà sempre in uno stato di allarme. Solo così inizierà a calmarsi ed essere più efficiente senza dover usare assolutamente la forza di volontà, a cui troppo spesso ti sforzi di attingere.
RALLENTA
Quando agisci in ogni attività, falla piano. Riduci la velocità dal venti al settanta per cento. Puoi regolarti in base a quanto ti è viene comodo rallentare oppure partire dal massimo rallentamento e gradualmente calibrarti. Rallentare automaticamente incrementa la lucidità, ti dà il tempo di essere più presente e attento a ciò che stai svolgendo. La velocità è una conseguenza della lentezza, non viceversa.
TAGLIA LE ATTIVITA’
Concentrati solo su ciò che è fattibile in pratica e che funziona. Fa che esistano solo le attività che appartengono a questa categoria nelle tue giornate e non prendere in considerazione il mondo del possibile. Prima di pensare a crescere con la tua attività, focalizzati sull’ottimizzare e snellire l’ordinaria amministrazione ed il suo funzionamento fluido e automatico. Da ciò deriveranno per conseguenza naturale le attività in Programme e le azioni da eliminare o posticipare, mettendole in un cassetto in sospensione.
CENTINELLA LE INNOVAZIONI
Se vuoi aggiungere innovazioni o novità, introdurre nuove pratiche etc. valuta realisticamente il tempo necessario per implementarle, cioè abbonda con il tempo richiesto invece di stare stretto. Questo vale anche per singole azioni e micro-azioni: se pensi che ci vogliano due minuti, tieni conto come se ce ne volessero dieci. Se possibile prima di introdurre novità, taglia tutto ciò che risulta un passivo, lascialo alla deriva e sistema l’ordinario. Lo straordinario verrà con molto più piacere e soddisfazione.
PRENDITI AMPI SPAZI DI CALMA RIFLESSIONE
La tua giornata, oltre ad avere bloccato il tempo per un pasto slow, otto ore di sonno o quello che ti occorre fisiologicamente e che potrebbe essere di più soprattutto all’inizio, dovrebbe includere anche uno spazio fisso da filosofo della tua vita. Un bello spazio dove ti crei possibilmente un ambiente gradevole ed il piacere di riflettere sulla tua vita con empatia e ascolto nei tuoi stessi confronti. Bada bene a non trasformarlo in un tribunale dove tu sei l’imputato.
Nella fase iniziale, se decidessi di prenderti questo spazio, probabilmente sarebbe utile utilizzarlo per scaricare le negatività, le frustrazioni e le tensioni mentali. Uno strumento veramente potente e utile in questo senso è la scrittura. Ti consiglio a proposito il libro di Giada Cipolletta “scrivere fa bene”, all’interno del quale c’è anche un mio capitolo estremamente pratico per fare della scrittura un vero toccasana per la tua leggerezza mentale, svuotando tutto ciò che ti appesantisce e ti disturba e liberarti delle emozioni e dei pensieri negativi che io chiamo veleno. E sai, con il veleno in circolo non si sta molto bene.
Questo spazio potrà anche essere dedicato ad esplorare idee e interessanti spunti trovati in giro oppure per leggere la tua rivista preferita: Zampotta 🙂
Ci sarebbero senz’altro molte altre cose da dire sull’argomento, non penso di poter coprire tutte le casistiche esistenti in un singolo articolo, ma se ti interessa approfondire, puoi commentare su cosa saresti interessato a sapere oppure scrivermi nel form di contatto del blog.
Ti saluto con una bellissima frase tratta dal film “una settimana da Dio” da parte di Dio stesso (interpretato da Morgan Freeman):
“Per quanto una cosa sia sporca puoi sempre darle una bella ripulita”
E se non credi a me, mi auguro ci sia qualche speranza che tu creda almeno un pò di più a Dio 🙂
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La guida per la tua evoluzione comoda. Sono Psicologo-Psicoterapeuta, Trainer-Coach. Ideatore della Strategia Quietmood. Direttore del centro Quietmood di Bologna e direttore della collana BINARIO| libri x evolversi della Dario Flaccovio Editore. Autore del libro LA VITA INIZIA NELLA COMFORT ZONE, Flaccovio Editore, 2022
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